9 – La svolta di Jackson Hole

Forse non avete mai sentito parlare di Jackson Hole. Jackson Hole è una splendida vallata del Wyoming, terra dei bisonti e località sciistica.

Jackson Hole ha anche una certa notorietà per ospitare ogni anno una riunione delle Banche Centrali, è in questo luogo che vengono discussi i problemi delle Banche Centrali e si propongono soluzioni che avranno poi un impatto sull’economia.

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8 – Blackrock

Blackrock è il più grande fondo di investimenti al mondo e gestisce un patrimonio di 10.500 miliardi di dollari. Il fondo ha partecipazioni azionarie in tutte le principali società quotate in borsa.

Attraverso le sue partecipazioni azionarie è rappresentata nei consigli di amministrazione di queste importanti società ed ha quindi una influenza enorme sulle decisioni strategiche che vengono prese. Il suo amministratore delegato Larry Fink è molto influente a tutti i livelli, parla con i governatori delle Banche Centrali e con i Capi di Governo. 

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7 – Chi controlla la FED?

Fino agli anni 80 i proprietari della Federal Reserve Bank (di seguito FED) erano coperti dal completo anonimato, e tuttora ufficialmente lo sono.

Nel 1976 c’è stato un Comitato Parlamentare che ha cercato di scoprire se vi fossero conflitti di interesse nella gestione pubblica delle 12 Federal Reserve Banks e ha pubblicato uno studio sui Direttori delle 12 Federal Reserve Banks: quale fosse il loro background, come erano stati eletti, in quali banche o aziende avevano lavorato in precedenza, ecc.

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6 – I Rothschild e la Federal Reserve

La famiglia Rothschild ha avuto un ruolo importante nell’economia mondiale e rimane sempre il sospetto che l’ombra dei Rothschild sovrasti i poteri forti finanziari; in internet sono molti ad affermarlo.

Sicuramente i Rothschild hanno avuto un peso determinante nella formazione delle Banche Centrali e soprattutto nell’imporre un Sistema Monetario a Debito, lasciando un segno nella storia del XX secolo.

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5 – La nuova Moneta Digitale CBDC

Già avevo affrontato il tema della Moneta Digitale CBDC (Central Bank Digital Currency) in due articoli, uno risalente a maggio 2023 dal titolo “Vogliono eliminare il contante”, e l’altro a marzo del 2024 in cui ho cominciato a parlare dell’Euro Digitale. Nei due articoli troverete dei video che contengono le dichiarazioni ufficiali di capi del Fondo Monetario Internazionale e delle Banche Centrali in cui spiegano esattamente in cosa consisterà la nuova moneta digitale. Ormai sono costretti ad ammettere apertamente che si tratterà di un controllo totale delle nostre spese e dei nostri comportamenti, anche se ce la vendono sempre come una cosa positiva.

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4 – Esploriamo il Debito Pubblico

La percezione comune è che il debito pubblico sia eccessivo e che lo Stato Italiano sia uno Stato spendaccione.  Anche questa è una percezione sbagliata; la spesa dello Stato Italiano è più o meno allineata agli altri stati europei.

I conti dello Stato Italiano presentano quasi sempre un Saldo Primario positivo. Il Saldo Primario è la differenza tra le entrate e le uscite ad esclusione degli interessi passivi. In altre parole se il Saldo Primario è positivo significa che lo Stato incassa di più di quello che spende e gi avanzano dei soldi.

Non siamo uno stato spendaccione

In pratica non siamo uno stato spendaccione, siamo semmai uno stato che spende male i suoi soldi per frodi, interessi dei partiti, interessi personali degli amministratori; gli scandali sono all’ordine del giorno. Questa parsimonia nello spendere non è certa dovuta ad una sana gestione della spesa dello Stato, ma ad un obbligo nel far quadrare i conti dovuto ad una sistematica mancanza di fondi e soprattutto all’enorme cifra da pagare per interessi sul debito pubblico. 

Il grafico in figura raffronta il Saldo Primario con il Saldo della Bilancia Commerciale e la somma annua pagata per Interessi sul Debito Pubblico, tutti espressi in miliardi di euro.

Dal grafico si vede chiaramente che l’Italia, dal 1993 al 2019, ha avuto un Saldo Primario quasi sempre positivo (linea verde), ad eccezione del 2009, con una media di circa 30 miliardi l’anno e con dei picchi di oltre 60 miliardi.

Il Saldo della Bilancia Commerciale rappresenta l’andamento del commercio estero ed è la differenza tra il valore dei beni esportati e quelli importati. Il Saldo Commerciale ha un certo impatto anche sul Saldo Primario in quanto contribuisce alla crescita del PIL e alla crescita degli introiti fiscali dovuti alla produzione e vendita di quel PIL. Il Saldo Commerciale ha avuto un andamento negativo dal 2004 al 2012, è poi risalito fino al 2020 ed ha avuto un sensibile crollo nel 2022 per riprendersi poi nel 2023.

Non è quindi vero che siamo uno stato spendaccione. Il problema è che, nonostante i soldi che avanzano dal Saldo Primario e quelli che ci arrivano dalle esportazioni, non si riescono mai a coprire i costi dovuti agli interessi annui sul debito pubblico.

La zona colorata in celestino rappresenta la quantità di denaro che lo stato è costretto a raccogliere ricorrendo a tasse e tagli ai costi e chiaramente anche a nuove richieste di prestito attraverso l’emissione di titoli di stato.

Fortunatamente siamo uno stato esportatore e il saldo commerciale positivo contribuisce in modo significativo al pagamento degli interessi.

Avere un buon Saldo Primario o Avanzo Primario, serve a pagare gli interessi sul debito, non ad azzerare il debito pubblico, che infatti continua a crescere senza sosta. Serve a rassicurare i nostri creditori, non a risolvere una situazione debitoria alla lunga insostenibile.

La situazione sta però diventando preoccupante perché non è più pensabile di aumentare le tasse e tagliare ulteriormente i costi dello stato (che significa tagliare i servizi ai cittadini e il welfare sociale). La voce del saldo commerciale con l’estero, che ha contribuito negli anni passati ad alleviare il pagamento degli interessi, sta diventando sempre più incerta dovuta alla situazione internazionale, che ha già provocato un sensibile aumento del costo dell’energia e anche alle politiche del Green Deal e della Decarbonizzazione imposte dall’Europa, che stanno avendo un impatto negativo sui costi di produzione delle aziende e sulla loro competitività internazionale.

Debito buono e Debito cattivo

Il debito dello stato non è una cosa intrinsecamente negativa, il problema dello Stato Italiano non è tanto il debito, ma gli interessi da pagare sul debito. Se non vi fossero stati interessi (o almeno non così alti) il problema del debito pubblico oggi non esisterebbe. Il debito può essere considerato buono o cattivo in base all’uso che si fa di quel debito.

Debito Buono

Solitamente, si parla di debito buono se il prestito al quale si ricorre fa aumentare la ricchezza del soggetto che s’indebita. Nel caso di un debito dello Stato, un debito buono fa aumentare il PIL del paese.  Quando uno Stato si indebita per creare infrastrutture pubbliche, per migliorare l’istruzione dei cittadini, per risanare l’ambiente, per creare un’assistenza sanitaria più efficace si parla di debito pubblico buono. Si tratta di tutte attività che consentono alle aziende coinvolte nei lavori di aumentare il fatturato e fare investimenti. L’aumento del fatturatosi traduce poi in maggiori entrate fiscali per lo Stato, che consentono di pagare più facilmente il suo debito pregresso; si parla infatti di un effetto moltiplicatore fiscale.

C’è anche da considerare che le infrastrutture, ponti, ospedali, strade, rimangono e ne beneficiano le generazioni future.

Ma, attenzione, anche il debito buono è sempre debito, è vero che consente di ripagare più facilmente il debito pregresso, ma il debito e gli interessi continuano a salire; è un cane che si mangia la coda.

E se non avessimo Emissione Monetaria a Debito?

Faccio un esempio di emissione monetaria non a debito – Per avviare un progetto infrastrutturale lo Stato ha bisogno di 100 milioni ( per esempio per costruire ospedali ) ed il Ministero del Tesoro stampa 100 milioni di euro di Biglietti di Stato per pagare imprese costruttrici e macchinari. A progetto ultimato, con la nuova struttura sanitaria avremo migliorato la qualità della vita della comunità, arricchendola di 100 milioni in valore immobiliare e 100 milioni in denaro contante pagati alle aziende coinvolte.

Totale: 200 milioni di ricchezza prodotta attraverso il lavoro. Nessun debito pubblico creato, zero interessi da pagare, nessun prelievo fiscale necessario, nessuna inflazione o deflazione perché si è mantenuto l’equilibrio tra liquidità in circolazione e nuovi beni presenti sul mercato. Si ottiene così un benessere diffuso e facilmente raggiungibile, senza dover chiedere soldi in prestito al Sistema Bancario.

Un uso improprio di tale sistema potrebbe generare inflazione e per evitare ciò rimane valido il ruolo di controllo di una Banca Centrale indipendente, ma controllata dallo Stato, che funga da controllore della emissione monetaria, per mantenere l’equilibrio tra liquidità in circolazione e nuovi beni presenti sul mercato.

Debito Cattivo

Si parla di Debito Cattivo quando la destinazione del debito non genera altro reddito, non si traduce cioè in un aumento del PIL. Tutte le forme di assistenza sociale come bonus, reddito di cittadinanza e altre forme di assistenza rientrano nella categoria dei redditi cattivi in quanto non generano investimenti e nuova ricchezza e di conseguenza non comportano un moltiplicatore fiscale. È debito che si somma al debito pregresso senza portare nessun miglioramento al debito pubblico.

Il Debito Cattivo si traduce in un incremento dei consumi, ma non tale da portare le aziende a fare nuovi investimenti. L’economia non cresce e quindi sarà ancora più difficile ripagare il debito in futuro.

È debito pubblico cattivo quello che si fa nel destinare denaro pubblico a benefit e agevolazioni concessi a chiunque svolga una funzione pubblica o a categorie di cittadini privilegiate, quello destinato ad acquisti di beni e servizi inutili o fatti senza controlli, quello fatto nel distribuire bonus a pioggia al solo scopo di aumentare il consenso elettorale. È così che il Movimento 5 Stelle è riuscito a galleggiare per qualche anno.

Confronto Italia – Giappone

In uno Stato normale che ha la sua Sovranità Monetaria, con una sua Banca Centrale controllata, il debito dello Stato corrisponde al guadagno dei cittadini. Gli interessi che paga lo stato vengono guadagnati dai cittadini che hanno comprato i titoli di stato. È una forma di risparmio e investimento che fanno i cittadini per tutelarsi dall’inflazione. Questo è esattamente quello che avviene in Giappone.

Il Giappone ha una Banca Centrale controllata dallo Stato che funge da prestatore di ultima istanza.  Circa il 90% dei titoli di stato sono in possesso dei giapponesi: circa la metà li ha acquistati la Banca Centrale, gli altri sono stati acquistati da banche giapponesi e cittadini giapponesi. Questo è molto importante perché significa che il 90% degli interessi pagati dallo Stato rimangono nel paese e non vengono trasferiti all’estero.

Questo consente al Giappone di avere un indebitamento elevato di circa il 260% del PIL e al tempo stesso di avere una inflazione ed una economia sotto controllo. Il fatto che il Giappone non debba prendere a prestito denaro dall’estero facilita il finanziamento del debito giapponese e lo rende meno vulnerabile alle imposizioni dei mercati finanziari esteri.

In Italia abbiamo invece una situazione fuori controllo che è esattamente all’opposto del Giappone, pur avendo un rapporto debito/PIL del 140%.

L’Italia ha perso completamente la sua Sovranità Monetaria in quanto tutto viene controllato dalla Banca Centrale Europea. La Banca d’Italia, che una volta era controllata dallo Stato, negli anni ’90 è diventata completamente indipendente e controllata dalla finanza privata e oggi si può considerare come una succursale della BCE.

Una volta avevamo banche di Stato che potevano comprare il debito pubblico italiano, anche queste sono state privatizzate negli anni ’90 e oggi sono in buona parte partecipate da capitale straniero. L’unica banca di Stato che è rimasta è il Monte dei Paschi di Siena, ed anche questa è in fase di privatizzazione. Il risultato di tutto ciò è che il debito pubblico italiano è per circa 1/3 in mano straniera, secondo l’ultimo rapporto della Banca d’Italia di luglio 2024 circa il 29% del debito pubblico italiano è posseduto da non residenti in Italia.     

Circa il 23% è posseduto dalla Banca d’Italia. Ma attenzione, circa il 22% è posseduto da Istituzioni finanziare, che comprendono Banche e Cassa Depositi e Prestiti (che recentemente è diventata Società per Azioni). Se andate a vedere la composizione azionaria delle principali banche italiane vi accorgerete che sono partecipate anche da investitori istituzionali stranieri e Fondi di Investimento stranieri.

La voce altri residenti in Italia comprende fondi pensioni, assicurazione e famiglie e rappresenta solo il 14%.

Si può quindi affermare che ben oltre il 30% degli interessi pagati dallo Stato vengono trasferiti all’estero; è denaro che lascia l’Italia e impoverisce il paese.

Pareggio di Bilancio

Il pareggio di bilancio è un principio per garantire la stabilità finanziaria di uno Stato secondo la regola che non si può spendere oltre la propria disponibilità finanziaria. Tale principio è stato voluto dall’Unione Europea con il preciso intento di ridurre il ricorso all’indebitamento. Addirittura l’Europa prevede una procedura di infrazione per gli Stati che hanno un disavanzo superiore al 3% del PIL (ora l’Italia è sopra il 7%).

Tutto ciò rientra nella strategia delle banche centrali, che sanno che ci stiamo sempre più avvicinando al limite della sostenibilità del Sistema Monetario (vedere articolo precedente) e cercano in tutti i modi di frenare la crescita dell’indebitamento pubblico. Le Banche Centrali non si preoccupano della qualità di vita dei cittadini, ma solo di frenare l’indebitamento in attesa di una rivoluzione del Sistema Monetario che arriverà con la Moneta Digitale CBDC (Euro Digitale in Europa).

Il pareggio di bilancio non è stato applicato negli USA, dove il debito pubblico, previa approvazione dell’Assemblea, può crescere all’infinito. È come dire che il debito non sarà mai ripagato, d’altra parte uno stato che ha la propria Sovranità Monetaria può sempre emettere nuova moneta per pagare il debito pregresso e quindi non può andare in default.

Cosa di cui non si parla mai è la cancellazione del debito. Come le Banche Centrali possono emettere denaro dal nulla, così potrebbero anche cancellare il debito.

In Italia il pareggio di bilancio è stato addirittura inserito nella Costituzione nel 2012. Secondo questo principio, tutte le amministrazioni pubbliche devono assicurare l’equilibrio tra entrate e spese del bilancio. In altre parole, non dovrebbero spendere più di quanto incassano. La legge richiede anche che il debito pubblico sia sostenibile, rispettando le regole dell’Unione europea in materia economica e finanziaria.

In sintesi l’avanzo di bilancio serve a ridurre il debito pubblico accumulato. L’avanzo può anche essere destinato alla creazione di riserve di emergenza o per affrontare situazioni impreviste.

Numerosi limiti e paletti vengono posti dalla legge all’utilizzo dell’avanzo di bilancio per scopi produttivi. L’amministrazione deve gestire l’avanzo con attenzione, bilanciando gli obiettivi di investimento, riduzione del debito e prudenza finanziaria.

Se lo Stato ha come obiettivo il pareggio di bilancio significa che non ha l’obiettivo di immettere nuova moneta ma solo di pareggiare i conti.

Di conseguenza, la massa monetaria in circolazione non cambia, non aumenta, rimane sempre la stessa. Uno Stato che ha sempre la stessa quantità di soldi non può arricchirsi, anzi tende ad impoverirsi a causa dell’inevitabile inflazione.

Se lo Stato non spende per noi (ad esempio per servizi o stipendi o pensioni o infrastrutture), potremmo essere noi a pagarne le spese. Lo Stato potrebbe far pagare a noi le sue spese, pescando nei nostri risparmi, o facendoci fare delle rinunce anche pesanti. Il pareggio di bilancio è un po’ una follia perché tende a bloccare lo sviluppo del paese. Come al solito chi ha voluto il pareggio è la BCE, che attraverso l’Unione Europea ci ha imposto il pareggio di bilancio e ce l’ha imposto attraverso il ricatto monetario. Fu l’ex ministro Orlando a confessare che fummo ricattati dall’Unione Europea e se ne pentì. Qui troverete la sua confessione.  

Abbiamo perso completamente tutte le nostre sovranità, è l’Europa che decide per noi, ci impone come dobbiamo cambiare la Costituzione, quali leggi fare, che vaccini dobbiamo fare, quanto dobbiamo spendere in spese militari, ci obbliga a sanzionare la Russia, ad avere una immigrazione fuori controllo, ad eliminare i combustibili fossili e perfino a misurare il diametro delle vongole. Pensate che tutto ciò sia quello che serve all’Italia, che sia quello che vogliono gli italiani?

Il bello o il tragico è che noi paghiamo pure per farci dire quello che dobbiamo fare. L’Italia paga ogni anno sui 17-18 miliardi come sua quota di partecipazione all’Unione Europea. Unione Europea nata per sviluppare benessere, uguaglianza e pace e che ora ci sta trascinando verso la terza guerra mondiale.

Nel prossimo articolo parleremo dell’Euro Digitale e del cambiamento del Sistema Monetario

3 – Debito Pubblico e Interessi

Abbiamo visto negli articoli precedenti che il denaro nasce solo ed esclusivamente dal debito, viene emesso dalle Banche Centrali per finanziare gli Stati e dalle Banche Commerciali per finanziare privati ed aziende.

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2 – Sistema Monetario insostenibile

Nel precedente articolo abbiamo visto che tutto il denaro in circolazione, sia denaro liquido (banconote e monete), sia denaro scritturale o elettronico, viene emesso unicamente dalle banche quando prestano denaro.

Le Banche Centrali si preoccupano di prestare denaro direttamente o indirettamente agli Stati e le Banche Commerciali prestano denaro a privati ed aziende o anche ad enti pubblici.

In tutti i casi questo denaro è creato dal nulla ed è gravato da interessi. Ma il denaro per pagare gli interessi chi lo emette? Risposta : NESSUNO !

Interessi = Denaro non emesso

Si è proprio così, il denaro per pagare gli interessi è denaro non emesso. È un concetto un po’ difficile da digerire ma vi assicuro che è così e cercherò di spiegarlo.

Per capire il concetto è opportuno immaginare una società di 1.000 individui basata sul baratto, che vive su un’isola in perfetta armonia. U giorno sull’isola arriva un banchiere e convince tutti che con la moneta si possono risolvere molti problemi, facilitando gli scambi commerciali, lui può emettere moneta e prestarla alla comunità.

Il concetto è bello e convince tutti ad ottenere un prestito di 1.000 euro a testa a cui viene però applicato un interesse del 10% annuo per ricompensare il banchiere dei sui servizi. La comunità riceve in totale 1 milione di euro. Tutto funziona a meraviglia dato che gli scambi commerciali attraverso il denaro sono effettivamente molto più facili e pratici del baratto. Questo è il concetto di base del Sistema Monetario a Debito.

Dopo un anno il banchiere chiede che il debito venga estinto e rivuole indietro il milione di euro più 100.000 euro corrispondente al 10% di interessi. Ma da dove escono fuori i 100.000 euro di interessi visto che la comunità ha solo il milione di euro di capitale?

È semplice, i 100.000 euro di interesse non esistono e allora gli abitanti dell’isola hanno solo due possibilità o pagano con le loro merci o servizi, se il banchiere li accetta, o devono ricorrere ad un nuovo prestito. Gli abitanti, convinti dal banchiere, decidono di ottenere un nuovo prestito di 1.100.000 euro. I 100.000 euro in più servono a pagare gli interessi dell’anno prima ed il milione di euro entra di nuovo in circolazione per mantenere in esercizio il sistema basato sulla moneta invece che sul baratto.

Sistema Monetario Insostenibile

Allo scadere del secondo anno gli interessi da pagare non saranno più 100.000 euro, ma 110.000, ovvero il 10% di 1.100.000 euro ricevuti in prestito e così via. Ogni anno gli interessi si incrementeranno del 10% per mantenere in circolazione sempre la stessa massa monetaria di 1 milione. Facendi due conti, dopo 10 anni gli isolani saranno obbligati a chiedere un prestito di 2.357.000 euro e avranno pagato in totale circa 1.600.000 euro di interesse per mantenere in circolazione sempre la stessa massa monetaria di 1 milione. Dopo 20 anni gli isolani saranno obbligati a chiedere un prestito di 6.115.000 euro e avranno pagato in totale circa 5.720.000 euro di interesse, sempre per mantenere in circolazione la stessa massa monetaria di 1 milione.

Da un punto di vista matematico l’interesse cresce in modo esponenziale. La figura che segue mostra l’andamento esponenziale della crescita.

Il capo dell’Isola per evitare insolvenza da parte dei cittadini impone una tassa sul reddito di ogni singolo cittadino, che servirà a ripagare l’interesse sul debito.

Il primo anno la tassa sarà del 10%, corrispondente a 100 euro a testa. Ma visto che ogni anno la quota interessi dell’anno precedente si somma al capitale iniziale di un milione, il secondo anno l’ammontare del prestito dovrà essere di 1.100.000 euro ed ogni cittadino sarà esposto per 110 euro. Il capo dell’isola è costretto ad alzare le tasse sul reddito a 110 euro a testa ed il processo si ripete di anno in anno. In pratica la tassazione deve incrementarsi del 10% ogni anno.

Notare che dopo un anno ogni cittadino dell’isola deve pagare 100 euro a testa, corrispondente al 10% di interesse, dopo 20 anni deve pagare ben 612 euro a testa di interesse, corrispondente al 61,2% di interesse, una tassazione estremamente elevata.

Tax Freedom Day
Considerando che il Tax Freedom Day del 2024 in Italia è stato stabilito nel 3 giugno 2024, che è il 154 giorno dell’anno e rappresenta il 42,2% dei giorni dell’anno, se ne deduce che mediamente il 42,2% dei nostri redditi serve a pagare le tasse (IVA, IRPEF. Ecc.).  

Dopo 26 anni ogni cittadino dell’isola dovrebbe pagare 1.083 euro di interessi. E qui arriviamo alla insostenibilità del Sistema Monetario perché sull’isola circolano solo un milione di euro (1.000 euro a cittadino) mentre ogni cittadino dovrebbe pagare in tasse 1.083 euro. Sull’isola non ci sarebbero abbastanza soldi per ripagare, badate bene, solo gli interessi sul debito.

Con questo sistema il banchiere nel corso degli anni riesce a succhiare tutti i soldi dei cittadini e fa crescere in modo esponenziale il debito pubblico. Con interessi al 10%, dopo 20 anni il banchiere ha incassato per interessi ben 5.727.000 euro ed il debito pubblico è arrivato a ben 6.115.000 euro.

Se il banchiere avesse applicato un tasso di interesse più basso, ad esempio del 4%, la crescita rimane sempre esponenziale, solo che gli effetti della insostenibilità avvengono più in là negli anni.

Nel caso di un interesse annuo del 4% l’insostenibilità matematica avverrebbe dopo 84 anni invece dei 26 anni di interessi al 10%.

Con qualsiasi tasso di interesse applicato si arriva ad un punto temporale in cui la somma necessaria per ripagare gli interessi sul debito supera la quantità di denaro in circolazione e quindi il sistema è matematicamente insostenibile. Prima ancora di giungere al limite della insostenibilità arriva sicuramente il limite di indisponibilità dei cittadini a pagare tasse sempre più alte. Affronteremo questo tema nel prossimo articolo.

Voi pensate che il cartello dei banchieri che nel 1913 hanno imposto, con la creazione della Federal Reserve Bank, il Sistema Monetario a Debito non sapesse di questa insostenibilità matematica? Certo che lo sapevano e per questo hanno fatto in modo che rimanesse un argomento tabù, che la gente non sapesse come funzionava il sistema monetario a debito.

Questo racconto dell’isola e del banchiere è la rappresentazione di una favoletta che è stata pubblicata nel lontano 1936 e che descriveva gli inganni del sistema monetario. Qui troverete il racconto della favola dell’Isola Felice.

Servono le Tasse

Quando nel 1913 il cartello dei banchieri (Morgan, Rockefeller, Warburg, sicuramente spalleggiati dai Rothschild) riuscì a far istituire, con la corruzione e l’inganno, la Federal Reserve Bank, si preoccupò di far istituire anche l’IRS (Internal Revenue Service) ovvero l’equivalente della nostra Agenzia delle Entrate con lo scopo di istituzionalizzare una tassa sul reddito, che ovviamente serviva a pagare gli interessi sul debito pubblico.

Quando il presidente Wilson, che aveva fatto approvare la creazione della Federal Reserve Bank, si rese conto di quanto aveva fatto si pentì e nel 1919 fece la seguente dichiarazione:

Sono l’uomo più infelice. Ho inconsapevolmente rovinato il mio paese. Una grande nazione industriale è ora controllata dal suo sistema di credito. Il nostro sistema di credito è concentrato. La crescita della nazione, e quindi tutte le nostre attività sono nelle mani di pochi uomini. Siamo diventati uno dei governi peggiormente governati, uno dei più controllati e dominati nel mondo civilizzato. Non siamo più un governo (guidato) dalla libera opinione, non più dalla convinzione e dal voto della maggioranza, ma dall’opinione e coercizione di un piccolo gruppo di uomini dominanti.

In precedenza negli Stati Uniti le tasse sul reddito erano state applicate con discontinuità solo per finanziare le guerre. Gli stati si finanziavano attraverso tasse ad esempio sugli alcolici, sulle case, sui terreni, sul tabacco, sul tè e perfino sugli schiavi.

Sapendo che il Sistema Monetario, da loro concepito, era una specie di truffa e era un modello insostenibile a lungo termine, poiché portava ad un aumento continuo del debito pubblico, il Cartello dei Banchieri si preoccupò di creare una enorme rete di protezione delle loro attività.

Questa rete di protezione si sviluppò capillarmente, in modo da poter controllare non solo la politica, ma anche i mezzi di comunicazione, le università e tutte le principali Istituzioni.  

I Banchieri Americani avevano ben chiara l’importanza della propaganda. Già dall’inizio del 1900 i giornali americani erano controllati da industriali che volevano eliminare notizie diffuse dalla stampa che potessero compromettere le proprie attività. Nel 1915, J.P. Morgan insieme ai Warbug e Rockefeller (membri del CFR) e ad altri 9 industriali selezionarono 25 giornali, tra i più influenti (scelti tra 179) e ne acquisirono il controllo, rimpiazzando editori e giornalisti con persone di fiducia, che dovevano portare avanti la politica editoriale loro imposta.

Tale pratica è continuata fino ai nostri giorni, i Media cosiddetti Mainstream sono di proprietà di un numero ristretto di gruppi industriali e di ricche famiglie e sono i portavoce del sistema di potere in vigore. Ad esempio gli Elkann/Agnelli detengono il controllo del settimanale Economist insieme ai Rothschild e sono proprietari del Gruppo Editoriale GEDI, che pubblica decine di quotidiani tra cui La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e possiede varie emittenti radio. Tutti i maggiori Media mondiali sono in mano a pochi grandi gruppi o a ricche famiglie.

L’uso della propaganda si estende anche attraverso i servizi di intelligence. Una indagine del 1970 sull’operato della CIA ha fatto emergere che la CIA pagava una larga platea di professori, editori, giornalisti, ecc.

Nel prossimo articolo parleremo dell’impatto di questo Sistema Monetario sul Debito Pubblico

1 – Emissione Monetaria

Riprendo a parlare del Sistema Monetario, perché che ci crediate o no è la causa di tutti i problemi.

Circa un secolo fa un cartello di banchieri è riuscito a estorcere al governo degli Stati Uniti l’Emissione Monetaria attraverso la creazione della Federal Reserve Bank, una Banca Centrale, che contrariamente a quando dice il nome non è una istituzione Federale del Governo USA, ma una istituzione Privata.

Leggi tutto “1 – Emissione Monetaria”

Non vogliono la Pace

Da quando la Russia ha invaso i territori dell’Ucraina non c’è stato nessun vero tentativo di pacificare le due nazioni contendenti, né da parte dell’ONU, né da parte dell’Unione Europea.

Tutti, inclusi i mezzi di comunicazione, si sono scagliati contro la Russia, stato aggressore che minacciava la libertà e la democrazia dell’Ucraina e anche quella dell’intera Europa.

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