Favola dell’Isola Felice

La favola dell’Isola Felice è una storiella che spiega in modo semplice, ma efficace, come funziona l’attuale Sistema Monetario. La storiella è stata scritta nel lontano 1936 da un certo Louis Even; oggi ne esistono varie versioni perché è stata successivamente ripresa e modificata per farne una sorta di favoletta. Quella che segue è una mia rielaborazione.

La favola rimuove tutte le complicazioni che sono state create intorno al Sistema Monetario e spiega in modo molto semplice e intuitivo come l’attuale Sistema Monetario è una sorta di truffa; lo può capire anche un bambino.

L’Isola Felice

C’era una volta un’isola felice, in cui vivevano centinaia di persone, che avevano tutte un lavoro. C’era chi si dedicava alla pesca, chi alla caccia, chi cucinava, chi costruiva attrezzi, chi coltivava verdure, chi faceva vestiti, ecc. Non c’era nessun disoccupato, tutti avevano un lavoro, le tasse non esistevano.

Il Presidente dell’isola felice, Biagio Posapiano, era un pacifico allevatore di lumache benvoluto da tutti. Nell’isola non esisteva una moneta ufficiale perché non se ne sentiva il bisogno; si usavano diverse monete locali coniate dagli abitanti; le principali erano il Fusillo, il Cetriolo, il Calamaro, la Pizza con le acciughe, il Secchiello, la Paletta, il Gatto Pesante, la Mucca Solida e quella Liquida.

Tutto andava bene quando le esigenze degli uni si incontravano con quelle degli altri: capitava spesso, per esempio, che chi pagava in Secchielli avesse bisogno di Palette e viceversa; ma a volte le cose si complicavano.

Ti ringrazio, Antonio, ma venti Mucche Solide non saprei proprio dove metterle: la mia barca è piccola.

“Allora ti pago in lumache” rispose Antonio. No guarda, non se ne parla. Le lumache mi fanno schifo! Insomma non sempre si riusciva a trovare un accordo.

Il Presidente Biagio si rese conto che la situazione si stava facendo difficile, ma venne il giorno in cui dovette prendere una decisione. Si presentò, infatti, in casa sua il cittadino Gianberto con una lamentela.

“Senti un po’ qua, Biagio: Paolino Coniglio ha coniato una nuova moneta…”

“Un’altra!”

“Già, un’altra: la Patata al Burro.”

“Uhm…”

“Ammetterai che non posso essere pagato in Patate al Burro: non dico che non siano buone, ma come la mettiamo con il colesterolo?”

Biagio fu costretto a dare ragione a Gianberto e si rese conto che bisognava porre un freno a quell’anarchia monetaria. Decise quindi che i cittadini, se lo desideravano, potevano continuare ad usare le loro monete, ma che l’isola avrebbe avuto anche una moneta ufficiale, buona per tutti gli usi. Fu indetto a tale scopo un referendum e venne scelto il Maccherone, che fu quindi dichiarato moneta sovrana dell’isola.

Arriva il Banchiere

Così tutto continuò ad andare per il meglio, finché un giorno non approdò sull’isola una barca con un uomo misterioso che sosteneva di essere scampato a un naufragio.

L’uomo si presentò come Giacomo Pecora di professione Banchiere. Gli isolani accolsero il naufrago amichevolmente, gli fecero fare il giro dell’isola e lo presentarono al Presidente Biagio Posapiano.

Biagio incuriosito dalla professione del naufrago chiese cosa significasse fare il Banchiere. Ed il naufrago disse:

“Penso che voi usiate un qualche tipo di moneta su questa isola?”

“Certamente, usiamo il Maccherone” rispose Biagio con una certa aria di soddisfazione.

Il naufrago replicò “Il Maccherone? penso che sia abbastanza scomodo pagare grosse somme in Maccheroni! Come fate a pagare 1000 Maccheroni?”

Biagio : “Beh effettivamente, quando si devono pagare grosse somme di denaro è un problema.”

Naufrago: “È per questo che esiste la professione del Banchiere. Vedete, nella mia barca ho della carta, un torchio per stampare e l’inchiostro e posso stampare delle BANCONOTE. Su una sola banconota di carta posso stampare ad esempio il valore di 1000 Maccheroni.”

“Molto interessante” rispose Biagio “Questo risolverebbe tutti i nostri problemi.”

Ed il naufrago: “Ora vi dico come possiamo organizzarci. Invece del Maccherone possiamo usare qualcosa di molto più prezioso, l’ORO. Io ho sulla mia barca un barile pieno di monete d’oro, che metto a vostra disposizione. Stamperò delle banconote di carta ed ogni banconota avrà il valore di una moneta d’oro, che chiameremo Doblone. Presterò 100 Dobloni cartacei a persona che voi potete usare come moneta. Alla fine dell’anno voi mi restituirete le 100 banconote più 5 banconote di interessi che serviranno a coprire le spese che devo sostenere per stampare le banconote.”

Il naufrago aggiunse: “Un’ultima cosa, una pura formalità, ciascuno di voi mi dovrà firmare una dichiarazione con cui si impegna a pagare sia il capitale che l’interesse, se ciò non dovesse accadere dovrete subire la confisca dei vostri beni. Sono sicuro che ciò non accadrà, d’altra parte io non ho bisogno dei vostri beni, già sono soddisfatto del mio tesoro.”

Biagio rimase un po’ meravigliato e perplesso e disse “Hum… mi sembra interessante, lasciateci riflettere sulla vostra proposta.” Riunì il consiglio dei saggi dell’isola e dopo aver molto dibattuto l’argomento decisero di approvare la nuova moneta.”

Gli isolani aiutarono il Banchiere a scaricare carta torchio ed inchiostri e soprattutto il barile pieno di monete d’oro, che il Banchiere seppellì sotto terra in un luogo nascosto.

Il Banchiere iniziò a stampare le banconote e le distribuì agli isolani e la nuova moneta cominciò a circolare con grande soddisfazione di tutti gli isolani che avevano trovato il sistema di pagamento ideale.

I conti non tornano

La circolazione della nuova moneta aveva facilitato gli scambi commerciali e l’economia dell’isola era migliorata, ognuno era soddisfatto della sua situazione patrimoniale. Quando si stava avvicinando la fine del primo anno, Tom, che era un uomo intelligente, si rese conto che non aveva sufficiente denaro per restituire il capitale e il rispettivo interesse e cominciò a riflettere.

“Se tutti noi restituiamo i 100 dobloni che ci sono stati prestati, praticamente sull’isola non c’è più denaro! Dove prendiamo i 5 Dobloni che dobbiamo pagare come interesse?”

L’interrogativo era più che lecito e Tom riportò i suoi dubbi al Presidente dell’Isola; poiché sembrava non esserci una soluzione il Presidente Biagio Posapiano convocò il Banchiere ed espose il problema.

Il Banchiere, che ovviamente era a conoscenza del problema aveva già la risposta pronta e disse: “Amici miei, voi non dovete restituirmi il capitale, ma solo gli interessi.”

Al che Biagio replicò: “Cosa significa, che ci cancelli il debito di 100 dobloni a testa?”

Il Banchiere risponde prontamente con tono molto affabile e benevolo: “Ceto che no, mi dispiace, un Banchiere non cancella mai un debito. Voi ancora siete debitori del capitale e degli interessi, ma ogni anno mi ripagherete gli interessi, non vi farò pressioni sulla restituzione del capitale. È probabile che alla fine dell’anno qualcuno sia in difficoltà a pagare anche gli interessi, perché il denaro circola tra di voi, ma voi potete organizzarvi collettivamente e mettere in piedi in sistema che si chiama TASSE. Ogni cittadino pagherà una piccola percentuale di tasse sui suoi redditi e queste tasse serviranno a coprire gli importi di quei cittadini che avranno difficoltà a rimborsare interessi e capitale. Ciò è anche socialmente giusto, perché chi è più ricco pagherà più tasse e chi è più povero ne pagherà di meno. Io sarò soddisfatto e la vostra isola continuerà a prosperare.”

Ancora una volta si riunì il consiglio dei saggi per discutere la proposta ed alla fine accettarono, anche se rimanevano dei dubbi. Il problema sembrava risolto, i cittadini cominciarono a pagare una quota accettabile di tasse ed i commerci continuarono a svilupparsi.

Il Popolo si lamenta

Con il passare dei mesi cominciarono a sorgere i primi problemi. Chi pagava più tasse si lamentava di quelli che pagavano di meno e per compensare i mancati guadagni aumentavano i prezzi. Ma si vendeva sempre meno e gli affari non andavano bene quasi a nessuno.

Il motivo era molto semplice, con il pagamento delle tasse e degli interessi il denaro in circolazione era diminuito e la gente non aveva sufficienti dobloni per i propri bisogni. Gli isolani cominciarono a capire che qualcosa non funzionava e decisero di avere un nuovo chiarimento con il Banchiere.

Il Banchiere replicò: “Ragazzi, questo sistema monetario basato sul debito serve a mettere gli uomini in competizione ed aumentare la loro ricchezza, serve a far progredire l’economia dell’isola.”

Ma gli isolani non erano convinti e dissero che non volevano più sottostare a tale sistema che imponeva il pagamento di tasse e un indebitamento continuo e crescente. Al che il banchiere replicò in tono stizzito: “Signori, ricordate che avete firmato un contratto, e quindi posso chiedervi il pagamento immediato del capitale e degli interessi, chi non ha abbastanza soldi dovrà cedermi parte dei suoi averi.”

Gli isolani furono costretti a subire il colpo, anche perché il banchiere aveva acconsentito ad applicare un interesse leggermente più basso. Il banchiere, molto furbo, aveva capito che gli isolani stavano per scoprire l’inganno ed andavano gestiti. Per prima cosa cercò di abbindolare i capi dell’isola, a partire dal Presidente Biagio, al quale fece un regalo costosissimo. Poi cercò di dividere la popolazione e pubblicò due settimanali; il “Sole” era rivolto ai Democratici e sosteneva che se i prezzi salivano era colpa dei Conservatori che provocavano l’inflazione tenendo i prezzi troppo alti. L’altro settimanale si chiamava “La Stella” e era rivolto ai Conservatori, sostenendo che la condizione dell’elevato debito pubblico era dovuta ai Democratici traditori, che facevano baratti al di fuori del sistema monetario ufficiale.

Le due fazioni litigavano tra di loro ferocemente, ignorando che il vero responsabile delle loro disgrazie era il Banchiere, diventato il padrone dell’isola a causa della loro ingenuità.

La truffa viene scoperta

Un giorno Tom, mentre passeggiava sulla spiaggia, trovò nascosto tra l’erba alta un baule, lo aprì ed era pieno di libri. Uno dei libri era intitolato “Economia Monetaria”, incuriosito cominciò a leggerlo e vi trovò scritto: “I soldi non devono il proprio valore all’oro, ma ai prodotti che possono comprare …. I soldi sono di proprietà della comunità …….. I soldi sono strumento di misura dei valori ….. Gli aumenti di produzione fanno aumentare, in modo corrispondente la quantità dei soldi in circolazione ….. i soldi devono essere emessi dalla comunità, senza interessi e senza indebitarsi, anche per opere di pubblico interesse.”

Tom cominciò a riflettere sulla questione e capì che i soldi erano una pura convenzione che facilitava gli scambi commerciali, e che poteva essere applicata senza la necessità di avere l’oro e soprattutto senza avere un banchiere e pensò: “Io stesso potrei stampare soldi e distribuirli alla popolazione, senza applicare interessi ….. I soldi passano di mano in mano …… Se qualcuno finisce i soldi potrà accedere ad un prestito, senza interessi, restituendo l’importo dovuto quando avrà venduto i suoi prodotti …..”.

Tom corse immediatamente dal Presidente Biagio a raccontargli del libro che aveva trovato e delle sue riflessioni sulla moneta. Biagio capì che erano stati raggirati e scrisse una lettera al Banchiere: “Egregio signore, senza nessun motivo ci avete immersi nel debito e ci avete sfruttati. Non avremo più bisogno di usare il vostro sistema monetario. D’ora in poi avremo tutti i soldi necessari senza bisogno di oro, né fare debiti o pagare tasse. Stiamo sostituendo immediatamente la vostra moneta indebitata con una nostra moneta accreditata.”.

Il Banchiere capì che era stato scoperto ed il suo impero stava crollando, gli isolani avevano scoperto da dove proviene il valore della moneta. Non gli restava che andarsene prima che gli isolani lo punissero per quello che aveva fatto.

Il presidente Biagio, avendo capito che il Banchiere stava per squagliarsela, lo obbligò a firmare una carta con cui cedeva i suoi strumenti del mestiere e doveva rivelare dove fosse nascosto il barile d’oro.

Mentre il banchiere lasciava l’isola, gli isolani corsero a disseppellire il barile pieno d’oro e con loro grande sorpresa trovarono il barile pieno di sassi. Erano stati proprio truffati.

——–oooOOOooo——–

Questa storiella racconta in modo molto semplificato il nostro Sistema Monetario, con la sola differenza che dietro l’Euro non c’è neanche il barilotto d’oro vuoto.

Vi invito a rivedere il video contenuto nell’articolo dal titolo “Vogliono eliminare il contante“. Il video spiega (a partire all’incirca dal 26° minuto) in modo più dettagliato cosa significa Moneta a Debito e perché vogliono eliminare il contante e introdurre l’Euro Digitale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Settimo Potere /    Email Postmaster   Privacy Policy