Questo è il primo di tre articoli che parlano del piano dell’ONU chiamato Agenda 2030. Un piano che intende accentrare sull’ONU e sulle sue istituzioni affiliate il controllo globale del mondo. L’intento è quello di realizzare quello che per anni è stato considerato un piano complottista e cioè l’istituzione di un Governo Mondiale.
Il video che segue, sottotitolato in italiano è estratto da un documentario che dura oltre due ore.
Questo primo video esamina le motivazioni che hanno portato una certa leadership statunitense a formulare un programma della durata di oltre mezzo secolo, che ha l’obiettivo di trasformare l’ONU in una istituzione che assumerà il Governo del Mondo.
Questo programma è stato sviluppato nel corso degli anni con furbizia, inganni e lungimiranza, togliendo progressivamente sovranità agli Stati Nazionali aderenti all’ONU. La fase finale di presa del potere dell’ONU stanno cercando di realizzarla approfittando del fatto che esistono crisi a livello globale, come la crisi pandemica e la crisi climatica, crisi che vanno gestite quindi a livello globale, tanto che viene il sospetto che tali crisi siano state generate di proposito.
L’Agenda 2030 dell’ONU rappresenta la fase finale del programma di presa del potere e viene realizzata con il pretesto di gestire la crisi climatica con uno Sviluppo Sostenibile del pianeta, che implica una serie di provvedimenti che, quando attuati, cambieranno la società e il nostro stile di vita.
Associata all’Agenda 2030 c’è anche l’introduzione della Moneta Digitale. Apparentemente le due cose non hanno niente in comune, ma esaminando come intendono sviluppare i due progetti si capisce che fanno parte di un unico piano che ridurrà le nostre libertà individuali, ridurrà i diritti fondamentali dell’uomo, stravolgerà le nostre Costituzioni.
Si prospetta un mondo in cui il Governo Globale avrà un controllo totale sulla vita dei cittadini e la nostra democrazia, già traballante, subirà un colpo mortale. Questo è il primo di tre articoli in si cercherà di spiegare tutto ciò.
Guerre e Potere
Tutto parte da molto lontano. Dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1920, venne creata, a Ginevra, la SOCIETÀ DELLE NAZIONI, con l’intento di porre fine a tutte le guerre, ma, nonostante ciò, solo dopo 19 anni, nel 1939 scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. La Lega delle Nazioni aveva, di fatto, fallito la propria missione di pace.
L’élite al potere, nel 1945, sciolse la Società delle Nazioni e creò Le Nazioni Unite, sempre con l’intento di porre fine alle guerre. Ma anche le Nazioni Unite fallirono, perché dal 1945 in poi il numero di guerre è addirittura incrementato. Dopo il lancio della prima bomba atomica ad Hiroshima le spese militari sono addirittura aumentate ed è iniziata la corsa allo sviluppo di nuove armi.
Un esercito più potente dava più potere al Governo e la produzione di armi rafforzava l’industria bellica e anche il PIL nazionale statunitense.
L’unione degli interessi del Governo insieme agli interessi delle industrie belliche non ha fatto altro che influenzare la politica estera degli Stati Uniti, al punto che oggi il governo USA spende oltre 800 miliardi l’anno per spese militari con varie centinaia di basi militari dislocate in tutto il mondo.
Ricordo che solo in Italia sono presenti circa 12.000 militari USA, con un centinaio di presidi militari e con il dislocamento di bombe atomiche nelle basi di Aviano (Friuli) e Ghedi (Lombardia). È previsto che entro il 2023 siano dislocate in Italia le nuove testate nucleari B61-12, che sono circa 30 volte più potenti della bomba lanciata ad Hiroshima. Dall’Italia partono missioni aeree e di droni per attacchi in medio oriente. In Sicilia c’è anche una importante base per le telecomunicazioni satellitari, facente parte di un sistema più ampio di gestione delle comunicazioni militari USA. A Napoli c’è il Comando Navale del Sud Europa della NATO, che ovviamente vede una prevalente partecipazione degli USA. È evidente che in caso di guerra nucleare l’Italia potrebbe diventare un obiettivo primario per distruggere l’arsenale atomico ed il sistema di telecomunicazione USA.
In altre parole l’Industria della Guerra è una attività redditizia e incrementa il PIL nazionale USA. Le Nazioni Unite non hanno fatto niente nel corso degli anni per impedire o ridimensionare l’Industria della Guerra.
La missione di pacificatore dell’ONU in realtà è stata più un pretesto per imporre un organismo sovrannazionale che man mano togliesse sovranità agli Stati nazionali e accentrasse il potere su sé stesso. Questo è quello che è avvenuto nel corso degli anni e che probabilmente era già nei piani di coloro che ne decretarono la nascita.
Poiché una guerra nucleare avrebbe portato alla fine del mondo, la missione di pacificatore dell’ONU era un primo tassello per far capire che un problema globale andava risolto con un governo globale e questo giustifica l’esistenza di un Governo Mondiale.
1952 – l’Arma Micidiale
Nel 1952 venne lanciata nelle isole Marshall la prima bomba sperimentale all’idrogeno, la bomba H, che può essere fino a 1000 volte più distruttiva della bomba lanciata su Hiroshima.
Questo cambiava il quadro militare, in quanto l’uso di un’arma così distruttiva avrebbe provocato danni devastanti e messo a rischio la stessa vita dell’élite al potere.
Disporre di tale arma era più un deterrente alla guerra che un’arma da usare. Di fatto, da allora in poi, tutte le guerre sono state guerre combattute con armi convenzionali, perché l’uso di armi nucleari sarebbe stato troppo devastante.
Poiché l’arma nucleare non poteva essere usata per l’eccessiva capacità distruttiva delle bombe H, per mantenere il suo presidio di potere, l’ONU non poteva più puntare sulla sua missione di pacificatore, visto che una guerra nucleare era alquanto improbabile.
Veniva così a mancare, o per lo meno si indeboliva, l’aspetto unificante di gestore globale della pace nel mondo. Era necessario trovare una nuova motivazione unificante, un problema globale che riguardasse tutto il mondo, in modo da rilanciare e rafforzare la presenza dell’ONU, questo era diventato in quegli anni l’obiettivo della élite al potere.
Il Club di Roma
La soluzione venne dal Club di Roma che utilizzando le teorie Maltusiane pubblicò uno studio dal titolo “The limits of Growth”, studio che fece molto clamore, con cui si dimostrava che la crescita della popolazione avrebbe portato ad un declino improvviso sia della popolazione che della capacità industriale entro il 2072 e molte risorse naturali si sarebbero esaurite entro l’anno 2000.
Questo concetto fu esposto alla Conferenza delle Nazioni Unite di Vancouver nel 1976 e da allora l’ONU ha cominciato a spostare il suo focus dalle guerre alla sovrappopolazione organizzando una serie di conferenze chiamate COP (Conference of Parties), focalizzate nella gestione dell’ambiente e sul clima.
Il principio unificante che cercava l’ONU divenne il tema della sovrappopolazione. Le risorse della terra non sarebbero state sufficienti per un pianeta sovrappopolato.
Siccome le risorse non si possono incrementare è necessario ridurre la popolazione, la formula è abbastanza semplice, e questo è diventato l’obiettivo dell’ONU a partire dagli anni ‘70, impedire la crescita della popolazione.
I fatti però andavano diversamente da quanto enunciato dallo studio del Club di Roma in quanto la popolazione non cresceva ad un ritmo così sostenuto e le risorse naturali non si erano esaurite, anzi la produzione agricola era aumentata e soprattutto erano migliorate le condizioni di vita della popolazione mondiale.
Da allora l’ONU ha cominciato a parlare di Sviluppo Sostenibile e di Crisi Climatica.
In base al principio dello Sviluppo Sostenibile gli esseri umani non devono compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Era un modo per mettere sul tavolo un problema globale e sostenere che ci fosse bisogno di un Governo Mondiale.
Agenda 21 – Sviluppo Sostenibile
Nel 1992, nel Vetice sull’Ambiente organizzato dalle Nazioni Unite a Rio de Janeiro, si iniziò a parlare di Agenda 21, un piano suggerito dall’ONU per la gestione e lo sviluppo dell’ambiente. Non era un trattato, non era una legge, era una proposta suggerita dall’ONU, ma che venne immediatamente accetta praticamente da tutti, tanto che il presidente Bush la sottoscrisse immediatamente proprio a Rio de Janeiro.
Il piano non passò al vaglio del parlamento, la strategia era quella di attuare il programma di Agenda 21 facendolo applicare alle amministrazioni locali, città, contee, regioni, ecc. evitando in tal modo il dibattito parlamentare. Il piano era infatti suggerito e applicato volontariamente dalle amministrazioni locali, che ricevevano però ingenti finanziamenti dal governo.
Sulla base dello Sviluppo Sostenibile è stato ridisegnato un nuovo piano per la gestione dell’America suburbana e per la gestione del territorio a discapito della proprietà privata e della attività imprenditoriale, andando anche contro la Costituzione USA.
Nel 1993 il presidente Clinton emise un ordine esecutivo con cui imponeva in pratica l’Agenda 21, istituendo il “Consiglio Presidenziale per lo Sviluppo Sostenibile”. L’Agenda 21 di Clinton non era ancora un obbligo, ma di fatto fu attuata come un obbligo, visto che nel Consiglio Presidenziale erano presenti tutte le maggiori ONG ambientaliste, le stesse che avevano contribuito a scrivere l’Agenda 21 proposta dall’ONU.
L’escamotage per attuare il piano era di mettere a disposizione finanziamenti governativi, che venivano però concessi solo se venivano realizzati i progetti dell’Agenda 21. Esattamente come il Piano PNRR per l’Europa.
Prima dell’anno 2000 il concetto di Sviluppo Sostenibile si era ormai consolidato e diffuso in tutti gli USA. Il programma di attuazione è poi proseguito con gli altri presidenti, incluso Donald Trump.
Nel 2015, al Summit per lo Sviluppo Sostenibile organizzato dall’ONU, è stato lanciato il programma per l’AGENDA 2030, che praticamente è una ufficializzazione e rilancio dell’Agenda 21. Nell’Agenda 2030 sono elencati 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030, noti come SDG – Sustainable Devopmente Goals – Un piano, come vedremo nei prossimi articoli, antitetico alla libertà individuale, in virtù di un dichiarato e discutibile interesse collettivo.
Nel 2019 è stato poi lanciato il Green New Deal che ha l’obiettivo di combattere il cambiamento climatico e il degrado ambientale con l’eliminazione dei combustibili fossili e l’abbattimento della CO2. Un piano folle, basato sulla balla dell’aumento eccessivo di CO2 nell’atmosfera causato da attività umane, teoria contestata da numerosi scienziati di fama mondiale, ma sostenuta dall’Agenzia IPCC dell’ONU (spiegato bene qui). Il Green New Deal incorpora gli obiettavi dell’Agenda 21 e dell’Agenda 2030.
Il Green New Deal prevede il controllo delle attività personali, con riflessi sulla limitazione delle spese personali, una drastica eliminazione dei combustibili fossili che porterà alla deindustrializzazione e di conseguenza ad un impoverimento generale. Dice la Commissione Europea:
Il Green Deal europeo è anche la nostra ancora di salvezza per lasciarci alle spalle la pandemia di COVID-19. Un terzo dei 1.800 miliardi di euro di investimenti del piano per la ripresa NextGenerationEU e il bilancio settennale dell’UE finanzieranno il Green Deal europeo.
L’attuazione dell’Agenda 21, dell’Agenda 2030 e del Green New Deal comportano un trasferimento totale di sovranità verso le Nazioni Unite e un impoverimento globale dovuto ad una deindustrializzazione forzata per l’eccessivo costo dell’energia.
I nostri politici si stanno rendendo conto di quello che stanno facendo ??????