Democrazia e Sovranità

Il termine democrazia viene dal greco ed è l’unione delle parole démos, “popolo” e krátos ”potere” e significa quindi governo del popolo, dove la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo.

La democrazia e la sovranità sono così importanti che sono addirittura il principio fondante della nostra Costituzione, rappresentato dall’articolo 1 che recita :

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Sentiamo dire in continuazione dai nostri politici che viviamo in un paese democratico e quindi il nostro paese, la nostra cultura è considerata “superiore” rispetto ad altri paesi dipinti come poco democratici. Il corso politico degli ultimi decenni ha però cambiato le carte in tavola e la nostra Costituzione è stata calpestata e tradita mettendo la democrazia in secondo piano.

La Sovranità appartiene al Popolo

La Sovranità appartiene al popolo” dice la nostra Costituzione, ma i nostri politici, nel corso degli anni, hanno permesso che il nostro paese perdesse tutte le proprie sovranità, e addirittura il termine “sovranista” è diventato un termine dispregiativo e i sovranisti sono trattati con supponenza e disprezzo, quasi fossero dei traditori. Nessuno però ci spiega a fronte di quali miracolosi vantaggi dobbiamo perdere le nostre sovranità.

Da quando l’Europa ha preso le redini del nostro paese la situazione economica è notevolmente peggiorata: è aumentato il numero dei poveri, è aumentato il debito pubblico, l’economia ristagna, l’inflazione è arrivata al 10% e la crisi energetica provocata dalle sanzioni alla Russia sta peggiorando interi comparti economici e industriali.

Il paese sta precipitando probabilmente nella peggiore crisi economica del dopo guerra. Nonostante tutto ciò, non si intravedere nessuna azione politica per cercare di identificare le cause strutturali della crisi, ormai pluridecennale, e porvi rimedio.

Tutti i partiti dell’arco parlamentare si sono prodigati a dichiarare assoluta fedeltà al Patto Atlantico e all’Europa, sembra che questa sia la voce principale del loro programma politico ed elettorale. Nessuno prende in considerazione che proprio questa sudditanza verso l’estero potrebbe essere la causa di tutti i nostri problemi. 

Fuori dell’arco parlamentare stanno invece nascendo una serie di nuovi piccoli partiti, che propongono un programma di uscita dall’Europa, di ripristino di una valuta nazionale, di neutralità nella guerra contro la Russia, di rispristino delle sovranità nazionali, di rimozione del Green Pass e di qualsiasi obbligo vaccinale.

Da decenni il destino dell’Italia è deciso all’estero e concretizzato da una classe politica che frequenta i circoli del Potere Finanziario del Bilderberg, della Trilaterale, del World Economic Forum, ed è così che siamo diventai una “Colonia” ed abbiamo perse tutte le nostre sovranità.

Con la morte di Aldo Moro è iniziata la colonizzazione dell’Italia che non è più solo militare, ma si è estesa a tutti gli atri aspetti della vita politica, sociale, civile ed economica. Nel corso degli anni è stata applicata una strategia distruttiva, sembrerebbe studiata a tavolino nei minimi dettagli, che a forza di leggi, decreti leggi, accordi internazionali, colpi di mano, ha fatto perdere all’Italia tutte le proprie sovranità, andando contro la Costituzione e mettendo il paese in balia dei mercati finanziari e dei poteri sovrannazionali.

SOVRANITÀ MONETARIA

La Sovranità Monetaria è la più importante e rappresenta il capitolo più dolente, perché è la fonte principale dei nostri problemi economici. Dopo la morte di Aldo Moro, nel 1978, il nostro sistema politico si è completamente piegato alle direttive che (occultamente) ci arrivavano dall’estero ed è stata messa in atto una vera e propria strategia per ridurre l’Italia ad una condizione di sudditanza. Segue una lista cronologica degli avvenimenti che hanno contribuito a ridurre l’Italia ad uno status di sudditanza monetaria.

  • 1981 – Divorzio Tesoro – Banca d’Italia – Nel 1981 fu realizzato il famoso divorzio tra Ministero del Tesoro (Ministro Andreatta, Governo Forlani) e la Banca d’Italia (Governatore Ciampi) con cui la Banca d’Italia assumeva una sua autonomia e non era più obbligata a comprare i Titoli di Stati invenduti e cessava di essere il prestatore di ultima istanza. L’accordo fu realizzato con un semplice scambio epistolare evitando il coinvolgimento del Parlamento. Questo atto ha provocato, nel corso dei decenni, una decisa crescita dei tassi di interesse e di aumento artificioso del debito pubblico italiano e anche una esposizione agli attacchi speculativi dei mercati finanziari.
  • 1992 – Completa autonomia della Banca d’Italia – Nel 1992, il 7 febbraio, venne concesso alla Banca d’Italia, con la legge n.82, la possibilità di variare il tasso di sconto senza concordarlo con il Ministero del Tesoro. Strana, ma non troppo, coincidenza, nello stesso giorno venne anche firmato il Trattato di Maastricht, con cui l’Italia rinunciava alla sua Sovranità Monetaria.
  • 1992 – Privatizzazione delle Banche di Interesse Nazionale – Apertura a capitale straniero – Nel 1992 le tre Banche di Interesse Nazionale, la Banca Commerciale Italiana, il Banco di Roma, il Credito Italiano, che facevano capo all’IRI, furono trasformate in S.p.A., con la legge Amato, in pratica diventavano private le banche che possedevano quote della Banca d’Italia. Il risultato è che ora queste banche hanno cambiato il loro assetto azionario, con una larga presenza di azioni in mano a istituti bancari stranieri; la conseguenza è che la Banca d’Italia è sotto il controllo straniero.
  • 1992 – Privatizzazione delle aziende di Stato – Nel 1992 inizia il capitolo della privatizzazione delle aziende di Stato. Nel 1992 Mario Draghi, sul panfilo Britannia della Regina Elisabetta ancorato a Civitavecchia, illustra il programma di privatizzazioni ad investitori stranieri. Nel 1993, Draghi viene messo a capo del Comitato per le Privatizzazioni, che guiderà per tutti gli anni delle privatizzazioni, circa 10 anni.
  • 1999 – Ingresso in Europa – Introduzione dell’Euro – Nel 1999 entra in funzione il Trattato di Maastricht e l’Italia entra nel Sistema Monetario Europeo per i pagamenti internazionali e nel 2002 iniziano a circolare le prime banconote in Euro. Con l’Euro la politica monetaria è fatta dalla Banca Centrale Europea e l’Italia si trova ingabbiata in un sistema a cambi fissi, con l’impossibilità di usare la svalutazione competitiva della moneta, che in passato aveva contribuito alla forte crescita economica dell’Italia fino a farla diventare la quinta potenza economica mondiale.
  • 2005 – Rinnovato il contratto con Banca d’Italia – A dicembre del 2005 il Governo non disdice il contratto tra Stato e Banca d’Italia per i Servizi di Tesoreria, che prevedeva 5 anni di preavviso, per cui il contratto è stato prorogato per altri 20 anni, fino al 2030. La Banca d’Italia è il tesoriere dello Stato: paga per conto delle Amministrazioni dello Stato e incassa le somme dovute allo Stato.
  • 2006 – Lo Stato esce dal controllo della Banca d’Italia – Il 16-12-2006 viene modificato lo Statuto della Banca d’Italia, che fino ad allora prevedeva la partecipazione maggioritaria di enti pubblici italiani al capitale della Banca d’Italia (decreto del governo Prodi, sotto la Presidenza di Napolitano). Il vecchio Statuto diceva che “…In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici.” Il nuovo Statuto rimuove completamente questa limitazione per cui le quote della Banca d’Italia possono essere acquistate da chiunque, aprendo la strada alla finanza privata speculativa. La “brillante” idea di mettere la Banca d’Italia completamente in mano private va attribuita a chi governava nel 2006: Romano Prodi, capo del Governo, Tommaso Padoa Schioppa, Ministro dell’Economia, Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica e Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia.
  • 2006 – Banca d’Italia – Banca di Diritto Pubblico – Nel 2006 la Corte di Cassazione si esprime su una controversia legale in cui un Giudice di Pace di Lecce aveva condannato la Banca d’Italia a corrispondere ad un cittadino una somma di denaro a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito di signoraggio. Con la sentenza n. 16751 del 21 luglio 2006 la Cassazione ha dato torto al cittadino e al giudice di pace e venne ribadito che la Banca d’Italia non è una società per azioni di diritto privato, bensì un istituto di Diritto Pubblico perché ha regole diverse dalle Società per Azioni. Ciò è formalmente vero, ma rimane il fatto che la Banca d’Italia ha un consiglio di amministrazione in mano alla finanza privata e soprattutto alla finanza internazionale. Facendo passare la Banca d’Italia per un ente di Diritto Pubblico si fa subdolamente credere a noi cittadini che sia un istituto pubblico, ovvero dello Stato, mentre è in mano a banche private.
  • 2007 – Firma del Trattato di Lisbona. – Il 13 dicembre 2007 venne firmato a Lisbona il Trattato Internazionale che istituì la Comunità Europea, per l’Italia firmò Romano Prodi. Il processo democratico per istituire uno Statuto Europeo era fallito per il “NO” ai referendum per la Costituzione Europea in Francia ed in Olanda, che avrebbe potuto propagarsi ad altri paesi. La Costituzione Europea avrebbe dovuto avere la ratifica dei parlamenti nazionali e quindi essere sottoposta a referendum in tutti i paesi europei. Il Trattato di Lisbona fu il risultato di un escamotage per evitare la Costituzione Europea e i referendum, in tal modo si firmava un Trattato Internazionale senza porlo all’approvazione dei cittadini. Tra l’altro, la Costituzione si può modificare, ma i Trattati Internazionali no, sono vincolanti. Con la firma del Trattato di Lisbona veniva confermata la cessione della Sovranità Monetaria alla Banca Centrale Europea, venivano ampliati i poteri del Parlamento Europeo e l’Italia rinunciava al potere di veto su molti temi, delegando quindi all’Unione Europea il potere di decidere quasi tutto.
  • 2014 – Rivalutazione delle quote della Banca d’Italia – Il Governo di Enrico Letta cadde il 14 febbraio 2014, ma il 29 gennaio 2104 aveva tempestivamente emanato una legge con la quale venivano rivalutate le quote di partecipazione al capitale sociale della Banca d’Italia. Le quote venivano rivalutate da 156.000 euro a 7,5 miliardi di euro, un regalo fatto alle banche private che detenevano il possesso delle quote. Fino al 2014 bastavano poche migliaia di euro per nazionalizzare la Banca d’Italia, oggi, grazie a Letta, lo Stato dovrebbe sborsare miliardi di euro.
    È probabile che tale mossa sia stata fatta per neutralizzare le richieste che allora venivano da Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle di nazionalizzare la Banca Centrale.
  • CONCLUSIONI – È sconcertante constatare che a distanza di anni, benché siano in molti a riconoscere che il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia sia stato un danno per l’economia italiana e abbia comportato una impennata del debito pubblico, non ci sia mai stato un tentativo di far tornare la Banca d’Italia sotto il controllo dello Stato, come è sconcertante non riconoscere che da quando siamo entrati in Europa e in un sistema a cambi fissi l’economia del paese è in un continuo declino e non viene fatto niente per invertire la rotta.
    Ma ancora più sconcertante è constatare che tutti i personaggi che hanno contribuito a far perdere completamente la sovranità monetaria all’Italia siano stati tutti premiati con altissime cariche istituzionali a livello nazionale e internazionale (Ciampi, Amato, Draghi, Prodi, Letta, Napolitano). La cessione di sovranità dovrebbe essere considerato un crimine contro il popolo!

Uno stato senza Sovranità Monetaria è uno stato senza portafoglio ed è costretto ad elemosinare i soldi da chi possiede quella sovranità.

Accedendo ai bilanci dello Stato, ho calcolato che negli ultimi 39 anni, dal 1980 al 2019, l’Italia ha speso circa 2.700 miliardi di Euro per interessi sul debito pubblico, circa 105.000 Euro a famiglia. Nonostante ciò, nel 2023 il debito pubblico italiano si attesta ancora a oltre 2.800 miliardi di Euro.

SOVRANITÀ MILITARE

La sovranità militare è stata fortemente compromessa per aver perso la Seconda Guerra Mondiale e questo trend è continuato nel tempo con l’ingresso dell’Italia nella NATO. Il Trattato di Pace ha imposto delle limitazioni alla militarizzazione del paese e ha imposto la presenza di basi militati americane. La presenza sul territorio italiano di militari americani è arrivata a circa 12.000 unità e le basi e postazioni militari USA e NATO sono oltre 110. Il territorio Italiano è strategico per gli USA ed è usato come un trampolino di lancio per operazioni militari nel Mediterraneo e Medio Oriente.

In queste basi sono dislocate armi, comprese armi nucleari, sistemi di trasmissione satellitare, basi navali, flotte aeree. Tutto viene giustificato come sistema di difesa, ma è da queste basi che partono gli attacchi per le guerre volute dagli USA.

Non abbiamo voluto le centrali a energia atomica, ma teniamo armi atomiche (straniere) sul territorio italiano.

Siamo un paese la cui Costituzione ripudia la guerra, ma ci siamo dotati di basi con armi atomiche, sottomarini, che sono tipiche armi di attacco, e praticamente siamo entrati in guerra contro la Russia fornendo armi all’Ucraina.

I nostri Governi ubbidiscono senza esitare alle richieste della NATO che ci coinvolgono in numerose esercitazioni militari ai confini con la Russia. Inviamo truppe, armi ed aerei in costose missioni all’estero e recentemente abbiamo aumentato la spesa militare al 2% del PIL , sempre su richiesta della NATO.

La NATO sta ora chiedendo di alzare la spesa militare al 3% del PIL. Non si può proprio dire che siamo un paese pacifico. Non abbiamo soldi per la ricostruzione dei paesi terremotati, ma spendiamo molti soldi perché lo dice la NATO.

3% del PIL corrispondono a circa 54 miliardi di euro, sono circa 2.500 euro a famiglia l’anno che dobbiamo pagare noi cittadini, senza accorgercene.

Consiglio di vedere anche i precedenti post: NATO e spese militari, A cosa serve l NATO.

SOVRANITÀ LEGISLATIVA

Con l’ingresso nell’Unione Europea si è persa gran parte della Sovranità Legislativa. Il Parlamento Europeo può emanare dei Regolamenti Europei, che sono atti legislativi vincolanti per tutti i paesi e Direttive Europee, che sono atti legislativi che stabiliscono degli obiettivi. Le Direttive Europee devono essere recepite da ogni Stato membro e trasformate in leggi nazionali.

Le decisioni veramente importanti che riguardano l’economia non sono prese dal Parlamento Europeo, ma dalla Commissione Europea o dalla Banca Centrale Europea. In un certo senso il Parlamento Europeo ha un ruolo subordinato, le decisioni importanti NON sono prese da un Parlamento eletto, ma da leaders non eletti, ma nominati, che si riuniscono e decidono a porte chiuse.

Per questo motivo il Parlamento Europeo si limita ad esercitare un ruolo di burocrate, su temi e decisioni che potrebbero essere prese a livello nazionale e che spesso rasentano il ridicolo come la dimensione delle banane o la forma dei cetrioli. Queste decisioni tendono spesso a favorire altri paesi e sono contrarie all’interesse nazionale.

Spesso ci troviamo di fronte alla burocrazia europea che si somma alla burocrazia italiana e il risultato è una normativa assurda che in alcuni settori rende difficile la vita e l’operatività delle aziende e incide negativamente sulla competitività internazionale delle nostre aziende.

SOVRANITÀ SANITARIA

Abbiamo scoperto in questi due anni di pandemia che le direttive sanitarie ci arrivano tutte dall’estero, da enti come l’OMS, l’EMA, l’FDA e che vengono poi recepite a livello nazionale dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Agenzia Italiana del Farmaco e dal Ministero della Salute. Alcune di queste organizzazioni sono finanziate dalle Case Farmaceutiche e vivono in un eterno e volutamente ignorato conflitto di interessi. Le stesse Casse Farmaceutiche finanziano abbondantemente la sanità anche in Italia.

Abbiamo visto come nella pandemia ci sono stati imposti protocolli di cura molto discutibili e vaccini sperimentali e sono stati ostacolati, derisi, allontanati tutti coloro che dissentivano dai protocolli ufficiali e dalle imposizioni vaccinali.

La voce di tali organismi internazionali ha avuto un peso molto più grande delle numerose fonti scientifiche che mettevano in guardia sui protocolli adottati, sui vaccini sperimentali e sui pericoli derivanti da tecniche mRNA non ancora sufficientemente sperimentate.

I dati ormai inconfutabili sull’aumento di mortalità e sui numerosi effetti avversi stanno dimostrando che ci sono state delle forzature nell’introduzione dei vaccini e, deliberatamente, sono stati ignorati tutti i segnali di pericolo che arrivavano dal mondo medico e scientifico.

In questi tre anni, la magistratura non ha avuto il coraggio di intervenire, ma ora che la verità sta emergendo qualche magistrato coraggioso ed onesto comincia a prendere posizione. La magistratura ha cominciato ad emettere varie sentenze, per il momento solo a favore di chi è stato danneggiato dall’obbligo vaccinale. Ancora non si è arrivati alla condanna di case farmaceutiche o di chi ha preso decisioni di vertice, ma esistono vari ricorsi in giudizio a livello internazionale per crimini contro l’umanità, sia per chi ha sviluppato tali virus in laboratorio, che per chi ha prodotto vaccini non sperimentati, che per chi ha deciso di autorizzarne la vendita. Il percorso è lungo vedremo come si svilupperà.

Credo che questo sia un punto critico perché se è vero quello che sostengono le teorie complottiste e cioè che l’Élite di Potere intende controllare e ridurre la popolazione attraverso l’uso dei vaccini, si scatenerà una guerra senza tregua tra l’Élite di Potere e tutte le istituzioni “sane”.  Ne stiamo vedendo i primi riscontri; nonostante le ormai numerose prove sulla pericolosità dei vaccini Covid e sui numerosi effetti avversi, i vaccini ancora non sono stati ritirati, anzi si continua ad insistere sulla campagna vaccinale con nuove versione di vaccini.

SOVRANITÀ ALIMENTARE (pesca, agricoltura) 

Già prima della istituzione dell’Unione Europea l’agricoltura ha iniziato ad avere una gestione europea con le regole del PAC (Politica Agricola Comune) e ciò ha comportato grosse limitazioni alla libertà imprenditoriale degli agricoltori. A partire dal 1984 furono introdotte restrizioni alla produzione di latte, tabacco, zucchero, pomodoro, ecc.

Le regole della produzione agricola vengono decise a livello europeo e non sempre sono favorevoli all’Italia. Grazie a queste regole si è notevolmente ridotta la produzione di mais, grano duro, tabacco, barbabietola, agrumi, con impatto anche sulle industrie di trasformazione.

Sono aumentati i vincoli ambientali e gli adempimenti burocratici per gli agricoltori, che sono stati costretti ad apportare importanti adeguamenti strutturali e a sopportare forti vincoli produttivi.

Questi regolamenti europei a volte favoriscono qualche altro Stato dell’Unione, ma a volte anche Stati esterni all’Unione, come ad esempio avviene per l’olio d’oliva che viene importato dal Nord Africa.

Stesso discorso vale per la pesca dove la Comunità Europea stabilisce i limiti di cattura di stock ittici per diversi tipi di pesce, le dimensioni minime e soprattutto sono enormemente aumentati gli obblighi burocratici.

La redditività del settore pesca, già messo in difficoltà dalle regole comunitarie, ha subito un grosso colpo con l’aumento del costo del carburante, tanto che intere flotte di pescherecci sono ferme perché l’attività non è più redditizia.

L’Unione Europea procede imperterrita sul tema della burocrazia, delle limitazioni a tutale dell’ambiente, del cambiamento climatico e delle sanzioni alla Russia, mettendo sempre più in difficoltà le aziende produttrici. I nostri burocrati europei sembrano ignorare che più le aziende sono in difficoltà più i nostri mercati saranno invasi da prodotti stranieri, che hanno costi di produzione molto più bassi. 

L’ultimo orientamento folle, voluto dall’Europa è la riduzione di certe attività agricole per ridurre la CO2 e i gas serra. Olanda ed Irlanda hanno emanato leggi per ridurre drasticamente gli allevamenti di bovini ed espropriare le terre agli agricoltori.

SOVRANITÀ POLITICA

Ovviamente, la perdita o la forte riduzione di tutte le Sovranità significa anche un forte ridimensionamento della Sovranità Politica.

I nostri politici non possono più legiferare liberamente perché il loro raggio d’azione è fortemente ridimensionato e sono costretti a subire le limitazioni e le imposizioni che arrivano dall’Europa. Si sente molto spesso dire la frase “ce lo chiede l’Europa”.

È successo di frequente che certe scelte politiche siano state riviste perché non gradite dall’Europa. L’Europa esercita un condizionamento diretto su tutte le decisioni politiche che vengono prese perché si ha sempre timore di suscitare la reazione europea.

La perdita della Sovranità Monetaria mette la politica italiana in uno stato di soggezione e sudditanza perché i prestiti che ci concede l’Europa condizionano le scelte politiche. II nostri politici sono sotto il ricatto della Banca Centrale Europea che condiziona i finanziamenti al raggiungimento di certi obiettivi imposti dalla Commissione Europea.

Uno Stato senza sovranità è ancora uno Stato? Fin dai tempi degli antichi romani, Colonie e Protettorati erano stati senza sovranità, che eseguivano le regole imposte dallo stato dominante.

Siamo uno Stato Democratico !?

Ho già detto nelle premesse che i nostri politici e soprattutto i mezzi di comunicazione dichiarano orgogliosamente che viviamo in un paese democratico e quindi il nostro paese, la nostra cultura è considerata, in un certo senso, “superiore” rispetto ad altri paesi dipinti come poco democratici. Ma viviamo veramente in uno Stato democratico?

Intanto va detto che in presenza di una legge nazionale che contrasti con una norma comunitaria, il giudice ordinario deve disapplicare la legge nazionale e applicare il diritto dell’Unione, senza porre quesiti di incostituzionalità. Gli atti comunitari prevalgono su quelli degli Stati membri, sia per quelli preesistenti all’approvazione della norma comunitaria che per quelli emanati successivamente.

In sostanza le leggi approvate dal nostro parlamento, che rientrano nell’ambito della sfera democratica, in quanto i nostri parlamentari rappresentano la volontà popolare, sono subordinate agli atti comunitari, che sono emanati da una istituzione i cui leaders non sono espressamente eletti dal popolo, ma nominati in base a compromessi politici internazionali.

IL PARLAMENTO EUROPEO

Voi direte, “ma il parlamento europeo è eletto da noi cittadini quando ci sono le elezioni europee”. Certo, solo che i parlamentari europei non contano quasi niente!

A – Proposte di Legge

Ho letto recentemente che i parlamentari europei non hanno il diritto di proporre leggi. Non potevo crederci e ho verificato la notizia sul sito della Comunità Europea, ed è vero. (nessuno ce lo ha mai detto, mai sentito in TV una cosa del genere).

I Parlamentari Europei hanno il compito di ratificare le leggi che vengono proposte dalla Commissione Europea. Loro possono suggerire alla Commissione di emettere una certa legge, ma la decisione finale spetta alla Commissione Europea.

In altre parole tutte le leggi e le direttive che vengono emanate dall’Unione Europea sono proposte da un organismo non eletto da nessuno, composto da persone che sono state nominate a seguito di un compromesso politico.

Sarebbe interessante sapere, a questo punto quale è l’iter con cui vengono ideate queste proposte di legge, da chi parte l’iniziativa, come viene formulata una legge. Da chi è partita l’idea di imporre le auto elettriche?

Visto che le politiche attuate dall’Europa coincidono con le direzioni strategiche del World Economic Forum, arrivano forse da quell’ambito le proposte di legge?

O arrivano forse da ancora più lontano, dagli Stati Uniti, visto che l’Unione Europea sembra essere in uno stato di sudditanza verso gli Stati Uniti. Stesse scelte nel sostenere l’Ucraina, grande sostegno alla NATO, nessuna reazione, specialmente da parte della Germania, per il sabotaggio al gasdotto Nothstream2 che ha messo l’Europa in una forte carenza energetica. Non si è voluto indagare su chi è stato il responsabile del sabotaggio la cui paternità, almeno come mandante, sembra ormai accertato che sia attribuibile agli USA.

B – Lobbisti legalizzati

Negli uffici dell’Unione Europea si aggirano circa 12.000 lobbisti ufficialmente autorizzati. Persone che vanno in giro liberamente negli uffici del parlamento europeo per convincere i parlamentari a votare le leggi che a loro interessano.

Quindi, le leggi sono proposte dalla Commissione Europea, non si sa per iniziativa di chi, e vengono condizionate da 12.000 lobbisti che cercano di convincere, non so con quali mezzi legali, i parlamentari a votarle. Tutto ciò è incredibile e inaccettabile.

Si crea in questo modo un sottobosco ideale di favori e bustarelle per convincere i parlamentari. Ha fatto clamore il caso del Qatar Gate, in cui è emerso che il Qatar ha sborsato milioni di Euro per condizione le scelte parlamentari. Lo scandalo è emerso per caso perché i servizi segreti belgi stavano indagando su certe attività criminali e hanno scoperto i casi di corruzione di alcuni parlamentari europei. Ma per un caso emerso chissà quanti altri casi simili ci sono stati e continuano ad esserci.

C – Immunità globale

Dovete sapere che tutti nell’Unione Europea hanno una immunità globale, non solo i parlamentari. I funzionari e agenti dell’Unione Europea godono dell’immunità di giurisdizione per gli atti da loro compiuti in veste ufficiale. I locali e gli edifici dell’Unione sono inviolabili. Essi sono esenti da perquisizioni, requisizioni, confisca o espropriazione. I beni e gli averi dell’Unione non possono essere oggetto di alcun provvedimento di coercizione amministrativa o giudiziaria senza autorizzazione della Corte di giustizia. Le stesse regole si applicano alla Banca Centrale Europea e al MES (che è una istituzione privata).

D – Mancanza di trasparenza

Le decisioni prese durante le riunioni delle Commissioni e della BCE sono legate al segreto professionale che ogni partecipante è tenuto a rispettare.

Anche i ministri degli stati membri che partecipano alle riunioni europee sono tenuti al segreto professionale, anche verso i loro stessi governi, a meno che non esercitino espressamente il diritto di riferire ai propri governi.

CONCLUSIONI

Insomma non sembra proprio che l’Europa si muova in un ambito democratico considerando che:

  • Hanno impedito il referendum popolare sullo Statuto Europeo perché era stato bocciato in Francia e Olanda. Hanno evitato di far esprimere i popoli europei, ripiegando sul Trattato Internazionale di Lisbona.
  • I parlamentari europei, da noi eletti, non possono proporre leggi. Le proposte legislative non si sa bene da chi siano originate.
  • Leggi, regolamenti, direttive europee, vengono spesso imposte attraverso un ricatto monetario esercitato dalla BCE.
  • Tutte le istituzioni europee godono di qualsiasi tipo di immunità.
  • Sono ammessi 12000 lobbisti che influenzano le scelte legislative.
  • Recentemente l’Europa ha istituito il Digital Service Act, che sembrerebbe un regolamento fatto per imbavagliare la libera informazione.

A questo punto c’è da chiedersi se viviamo in un contesto democratico; a cosa serve votare per le elezioni europee, visto che non c’è nessuno che possa contribuire a rappresentare seriamente la volontà popolare. Ma anche a che serve votare per i nostri parlamentari italiani, visto che la maggior parte delle leggi arrivano dall’Europa, che ci obbliga ad applicarle altrimenti ci mette sotto procedura di infrazione o ricatto monetario.

L’Italia, da quando sta in Europa, ha peggiorato la propria situazione economica e direi anche che sono peggiorate, in generale, le condizioni di vita dei cittadini. Pressione fiscale sempre alta, degrado dei servizi per mancanza di fondi, aumento della povertà, aumento della delinquenza dovuto ad una immigrazione fuori controllo, riduzione delle libertà individuali, chiusura di numerose aziende e attività commerciali, ecc.

Non si vede nessun segno di miglioramento, anzi le ultime direttive sulla CO2, sulla guerra in Ucraina, sulle auto elettriche, sull’efficientamento energetico delle abitazioni, sembrano fatte apposta per metterci ancora più in crisi ed imporre un diverso sistema di governo. L’imminente introduzione della moneta digitale rende il quadro ancora più preoccupante perché potrebbe sfociare in una dittatura monetaria (vedi articolo su contante).

Alla luce di quanto esposto emerge che la politica, ed i Governi sono obbligati ad eseguire un programma imposto da persone al di fuori del contesto democratico che impongono leggi, regolamenti, direttive, strategie geopolitiche, facendo leva sulla mancanza di sovranità monetaria. Ma allora a che serve  votare, a che serve il nostro parlamento ed anche il parlamento europeo?

Badate bene, votare serve, non sto suggerendo di non votare, ma sarà bene, per il nostro futuro e dei nostri figli,  votare quei partiti che vogliono smantellare questa Europa e lo dicono chiaramente, al momento ce ne sono due: ITALEXIT (guidato da Gianluigi Paragone) e DEMOCRAZIA SOVRANA e POPOLARE (Coalizione aperta a tutti guidata da personaggi come Marco Rizzo e Francesco Toscano), vedremo cosa succede alle prossime elezioni europee.

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