La famiglia Rothschild ha avuto un ruolo importante nell’economia mondiale e rimane sempre il sospetto che l’ombra dei Rothschild sovrasti i poteri forti finanziari; in internet sono molti ad affermarlo.
Sicuramente i Rothschild hanno avuto un peso determinante nella formazione delle Banche Centrali e soprattutto nell’imporre un Sistema Monetario a Debito, lasciando un segno nella storia del XX secolo.
Già in precedenza avevo parlato della storia della famiglia, a partire dal suo capostipite Mayer Amschel Bauer, nato nel 1744, che da semplice impiegatuccio di una banca è riuscito a diventare l’uomo più ricco e potente del XIX secolo. Bauer trasformò il suo cognome in Rothschild, probabilmente per nascondere le proprie origini giudaiche. Allora non esistevano i numeri civici, le famiglie usavano mettere segni di riconoscimento per farsi trovare. I Bauer avevano mantenuto come segno di famiglia lo scudo rosso e, Mayer Amschel decise di abbandonare il cognome Bauer e farsi chiamare Rothschild.
Riprendo a parlare dei Rothschild per capire come si relazionano con il Sistema Monetario a Debito e con le Banche Centrali.
In internet esistono numerosi siti che sostengono che tutte le Banche Centrali siano controllate dai Rothschild, che quindi sarebbero ai vertici del potere finanziario e direi mondiale. Ovviamente questo non è dimostrabile, non c’è nessuna possibilità di verificare se i Rothschild controllino le Banche Centrali.
Però facendo alcune ricostruzioni storiche, è possibile appurare con certezza come i Rothschild siano riusciti ad imporre il Sistema Monetario a Debito ed abbiano di certo partecipato alla creazione della Federal Reserve Bank.
Rothschild e la Banca di Inghilterra
La nascita del Sistema Monetario a Debito risale addirittura al 1694, quando re Guglielmo III d’Orange era in guerra con la Francia ed aveva bisogno di denaro per potenziare l’esercito (allora si pagava in monete d’oro). Non potendo aumentare le tasse per non perdere il consenso della nobiltà e della borghesia si rivolse a dei finanziatori privati.
Un consorzio di finanziatori, con a capo William Paterson, offrì un prestito di un milione 200 mila sterline chiedendo in cambio un interesse dell’8% e la possibilità di emettere banconote in sterline in nome della Corona. Fu così che nacque la Banca di Inghilterra, come banca privata che prestava soldi alla Corona Inglese. Prima del 1694 l’unica moneta ufficialmente circolante era quella coniata dallo Stato o dalla Casa Regnante.
I Rothschild si appropriarono della Banca d’Inghilterra nel 1815 in occasione della Battaglia di Waterloo.
In quel periodo l’Inghilterra era in guerra con la Francia. Nathan Rothschild, il ramo inglese dei Rothschild, prestava oro alla corona inglese, all’esercito del duca di Wellington, mentre James Rothschild, il ramo francese, prestava oro per le attività belliche di Napoleone.
Questa era la strategia dei Rothschild, loro finanziavano entrambe i paesi in guerra e indipendentemente da chi vincesse la guerra la famiglia Rothschild si arricchiva. Il vincitore pagava i debiti contratti ed il perdente doveva indebitarsi per ricostruire il paese e l’esercito.
I Rothschild avevano anche messo in piedi un servizio postale per velocizzare spedizioni di oro e documenti tra le varie succursali europee della famiglia.
Durante la Battaglia di Waterloo, Nathan Rothschild venne a sapere in anticipo, attraverso i suoi corrieri postali, che Napoleone aveva perso la battaglia. Lui iniziò a vendere alla borsa di Londra tutte le obbligazioni che aveva della Corona Inglese. Gli altri investitori, vedendo che Rothschild stava vendendo tutte le sue obbligazioni pensarono che gli inglesi avessero perso la battaglia e ci fu una corsa alla vendita di obbligazioni, che però Rothschild ricomprava segretamente ad un prezzo estremamente più basso.
Quando giunse la notizia che gli inglesi avevano vinto la battaglia, le obbligazioni salirono a un livello ancora più alto di quello precedente, permettendo a Nathan Mayer Rothschild di realizzare un guadagno di circa 20 a 1.
L’arricchimento di Nathan Rothschild gli consentì il controllo completo dell’economia britannica, che era diventata il centro finanziario dell’Europa dopo la sconfitta di Napoleone, e costrinse l’Inghilterra a istituire una nuova Banca d’Inghilterra, da lui controllata.
Il secolo XIX fu anche detto “L’era dei Rotschild” perché alla fine del secolo si stima che la famiglia controllasse metà della ricchezza del mondo.
La mancata conquista dell’America
Dopo aver conquistato la Banca d’Inghilterra e assaporato il potere di emettere moneta, i Rothschild volevano imporre il Sistema Monetario a Debito anche nella colonia americana.
In tutto il secolo XIX i Rothschild hanno tentato di ottenere dalla colonia, ormai resasi indipendente, la concessione di emettere moneta e prestarla allo stato.
Due loro tentativi ebbero successo. Nel 1791 la First Bank of the United States, banca controllata da Alexander Hamilton, un agente dei Rothschild, ottenne un mandato di 20 anni per emettere moneta a debito. Allo scadere il mandato non fu rinnovato e come reazione, nel 1812, scoppiò la guerra Anglo-Americana che durò due anni.
Nel 1816 i Rothschild tornarono di nuovo alla carica e ottennero un secondo mandato per emettere moneta a debito e per questo venne creata la Second Bank of the United States, anche questa volta con un mandato di 20 anni e anche questo mandato non fu rinnovato alla sua scadenza.
Negli anni successivi, vari presidenti americani ostacolarono i tentativi di imporre una banca di emissione privata ed in particolare si distinsero i presidenti Andrew Jackson (1829-37), James Garfield (1861) e Abramo Lincoln (1861-65). Abramo Lincoln e James Garfield furono assassinati probabilmente proprio per questo motivo e Andrew Jackson si salvò miracolosamente perché la pistola dell’attentatore si inceppò.
Rothschild & Co.
Quando si parla dei Rothschild si pensa che sia una famiglia con un potere monolitico assoluto, ma in realtà, a parte gli anni iniziali della dinastia Rothschild dove effettivamente il potere finanziario del mondo intero era dominato dalle banche dei cinque fratelli Rothschild, alla fine del 1800 ed inizi 1900 il potere dei Rothschild era supportato da altri banchieri e parlo dei Kuhn & Loeb, degli Schiff e dei Warburg.
Questi finanzieri, tutti ebrei, avevano creato degli stretti legami tra loro, legami non solo economici, ma anche parentali. Era un po’ la filosofia dei Rothschild che si sposavano tra consanguinei per mantenere il patrimonio finanziario nella famiglia.
Così queste famiglie di banchieri favorivano matrimoni tra loro in modo da consolidare il loro potere finanziario, probabilmente anche dovuto al fatto che le minoranze religiose tendono a chiudersi in sé stesse. La figura mostra i legami parentali tra le varie famiglie di banchieri.
Questi banchieri erano tutti legati in qualche modo ai Rothschild. La famiglia Schiff viveva nello stesso palazzo in cui vivevano i Rothschild nel ghetto di Francoforte, prima ancora che i Rothschild diventassero ricchi.
I Khun e i Loeb, originari di Magonza erano migrati in America e da ricchi commercianti erano riusciti a trasformare la loro attività commerciale in attività bancaria di grande successo.
Jacob Schiff emigrò in America nel 1865, poi tornò in Germania a lavorare nella banca dei Warburg, In Germania conobbe Abraham Khun che gli offrì di lavorare nella sua banca e Jacob tornò di nuovo in America dove oltre a sposare la figlia di Salomon Loeb, prese le redini della Banca Khun & Loeb.
La famiglia Warburg, di origini italiane, era riuscita ad aprire con successo una banca in Germania nel 1798. Moritz Warburg, padre di Paul, in gioventù aveva fatto apprendistato presso i Rothschild in Francia ed in Italia. I Warburg erano in ottimi rapporti con i Rothschild, che in varie occasioni erano corsi in aiuto della loro banca.
Le famiglie si frequentavano e si legarono tra loro con una serie di matrimoni incrociati. Felix Warburg nel 1895 sposò la figlia di Jacob Schiff, mentre Paul Warburg sposava la figlia di Solomon Loeb e diventava associato nella Banca Khun & Loeb. Divenne poi direttore della banca Wells Fargo, incarico che lasciò quando entrò nel consiglio di amministrazione della Federal Reserve Bank.
Origini italiane dei Warburg
La famiglia Warburg era una ricca famiglia di banchieri ebrei ashkenazi, originari di Venezia, si chiamavano Del Banco. Quando durante il corso del XVI secolo a Venezia furono emesse nuove restrizioni in ambito finanziario nei confronti della comunità ebraica con l’introduzione del Ghetto, la famiglia Del Banco si spostò nella città tedesca di Warburg, da cui prese il nuovo nome.
Nel 1798 fondarono la banca M. M. Warburg & Co., che è una delle più antiche banche d’investimenti ancora esistente e da una sua costola è nata la banca svizzera UBS Group AG.
Oltre alla Banca M.M. Warburg, la famiglia Warburg controllava anche la società IG FARBEN, colosso nato nel 1925 dalla fusione di AGFA, BAYER, BASF ed altre industrie minori. Il Direttore della IG Farben era Max Warburg, fratello di Paul e Paul faceva parte del Consiglio di Amministrazione.
Una sussidiaria della IG Farben, aveva prodotto il velenoso gas Zyklon utilizzato nei campi di sterminio; la IG farben produceva anche esplosivi e petrolio sintetico, grazie alla collaborazione con la Standard Oil dei Rockefeller.
Dopo l’istituzione della Federal Reserve Bank i Rothschild ebbero come alleati anche J.P. Morgan e i Rockefeller e formavano così il Cartello dei Banchieri che è riuscito ad imporre la Moneta a Debito a tutto il mondo. Le famiglie dei banchieri hanno tramandato il loro potere di generazione in generazione e sono riuscite a governare la finanza e l’economia internazionale fino ai nostri giorni.
I Rothschild e la FED
Come già detto, nel secolo XIX i Rothschild avevano tentato ripetutamente di imporre una loro banca di emissione negli Stati Uniti, ma non vi erano riusciti, ma non per questo avevano desistito; l’obiettivo di queste famiglie è sempre lungimirante e a lungo termine.
All’inizio del 1900, sempre con l’obiettivo di istituire una banca di emissione privata, un gruppo di banchieri si coalizzarono per trovare il modo di raggiungere il loro obiettivo.
Al gruppo dei banchieri di Rothschild, ovvero ai Khun & Loeb, ai Warburg ed agli Schiff, si unirono anche i Morgan e perfino i Rockefeller.
Nel 1907 si verificò una crisi finanziaria legata a speculazioni sul rame, crisi probabilmente pilotata. Varie banche furono trascinate nella crisi e alla fine intervenne una cordata di finanziatori, guidata da J.P. Morgan a cui aderì anche Rockefeller, che sborsarono circa 80 milioni id dollari per risolvere la crisi.
Il panico del 1907 fu sfruttato da J.P. Morgan per affermare che le crisi finanziarie dovevano essere governate e che serviva una apposita istituzione per gestire e risolvere le crisi. La strada verso una banca centrale in mano ai banchieri privati era ormai in discesa.
La testimonianza di Charles Lindbergh Senior
Nel momento in cui stavo per pubblicare questo articolo ho trovato in internet un interessante libro scritto da Charles Lindbergh Senior, il padre dell’omonimo e famoso aviatore Charles Lindbergh. Lindbergh Senior era un membro del congresso ed era un fermo oppositore sia dell’entrata in guerra che della Federal Reserve; nel libro racconta i fatti di quel periodo con particolare riferimento alla Federal Reserve. Lindbergh conferma che la crisi del 1907 fu organizzata da un gruppo di banchieri profittatori. Riporto alcuni passi del suo libro.
I banchieri inscenarono il panico del 1907. Era il loro modo di agitare il popolo. Le banche cittadine si rifiutarono di pagare su richiesta dei depositanti, e si rifiutarono anche di pagare in contanti gli assegni. Molte delle banche nazionali fecero la stessa cosa, e furono costrette a farlo perché avevano ri-depositato una parte dei loro fondi nelle banche cittadine. Queste ultime si rifiutarono di pagare in contanti le banche nazionali e il panico scoppiò. La crisi non durò a lungo, ma servì allo scopo di agitare la gente e renderla ancora più insoddisfatta del sistema bancario.
Segretamente, i banchieri di New York e altri organizzarono un quartier generale a Chicago per la propaganda della Lega dei Cittadini per chiedere un nuovo sistema bancario.
E ancora Lindgbergh testimonia del fatto che i politici che approvarono il Federal Reserve Act erano dei venduti e che la Federal Reserve racimolò tutto l’oro del paese.
Ero membro del Comitato Bancario e Valutario della Camera quando fu approvato il Federal Reserve Act. Nel Comitato ero l’unico membro a opporsi strenuamente all’atto e al suo successivo utilizzo come oppressione sul popolo.
Le banche della Federal Reserve hanno rastrellato tutto l’oro del paese. Per ogni dollaro d’oro che detenevano le banche emettevano una banconota che costava mezzo centesimo. Era un privilegio che nessuno altro aveva nel paese, oltre naturalmente a poter decidere il tasso di interesse, e si sosteneva che la Federal Reserve non avesse nessun privilegio.
Sempre nel 1907, Jacob Schiff, che allora era a capo della banca Kuhn, Loeb and Co., tenne un discorso alla Camera di Commercio con cui auspicava la creazione di una banca centrale per evitare crisi ancora più devastanti.
La crisi del 1907, oltre ad aumentare l’impero e l’influenza di Morgan, convinse il presidente Roosevelt ad istituire una Commissione Monetaria che aveva la missione di studiare le crisi bancarie e mettere in atto tutte le raccomandazioni e le azioni necessarie a risolverle. A capo della Commissione fu nominato il senatore Nelson Aldrich, suocero di John D. Rockefeller. La figlia del senatore Aldrich aveva sposato nel 1901 John D. Rockefeller Junior, da cui ebbe un figlio, Nelson Aldrich Rockefeller, che diventerà un influente politico e ricco banchiere.
Nel 1910 nell’isola di Jekyll Island, in Georgia, si svolsero in gran segreto varie riunioni, in cui banchieri e politici venduti stabilirono i termini con cui avrebbero proposto di creare una Banca Centrale.
Alla riunione parteciparono Nelson Aldrich, senatore a capo della Commissione Monetaria, Mr. Shelton, segretario personale di Aldrich, Andrew Piatt, assistente Segretario del Tesoro e Assistente della “Commissione Monetaria”, Frank Vanderlip, presidente della National City Bank di New York, Henry Davidson, socio anziano della J.P. Morgan Company, uomo di fiducia di Morgan, Charles Norton, presidente della First National Bank, controllata da Morgan, Benjamin Strong, uomo di fiducia di J.P. Morgan, Paul Warburg, socio e direttore della Banca Kuhn & Loeb.
Come vedete i Rothschild non compaiono perché da tempo si erano un po’ defilati, mandavano avanti gli altri per combattere le loro battaglie. Addirittura il nome dei Rothschild non compare neanche nei libri di storia e neanche nella lista degli uomini più ricchi del mondo stilata da Forbes.
La storia di Jekyll Island e la nascita della Federal Reserve Bank l’ho già raccontata qui. La legge che approvava la creazione della Federal Reserve Bank fu approvata in tutta fretta a dicembre del 1913 quando molti dei parlamentari erano a casa per le vacanze natalizie e all’insaputa dello stesso presidente Wilson.
Venne così istituzionalizzato il Sistema Monetario a Debito; dagli Stati Uniti il Cartello dei Banchieri è riuscito ad imporlo a tutto il mondo. In sostanza gran parte delle tasse che paghiamo servono a pagare gli interessi sul debito contratto dallo Stato per l’emissione di denaro.
Proprio per pagare gli interessi sul debito, sempre nel 1913, il Governo emise un emendamento che imponeva una tassa sul reddito. In precedenza negli Stati Uniti le tasse sul reddito erano state applicate con discontinuità solo per finanziare le guerre. Gli stati si finanziavano attraverso tasse ad esempio sugli alcolici, sulle case, sui terreni, sul tabacco, sul tè e perfino sugli schiavi.
Ma chi erano nel 1913 gli azionisti
della Federal Reserve Bank ?
Affronteremo questo argomento nel prossimo articolo.