Non vogliono la Pace

Da quando la Russia ha invaso i territori dell’Ucraina non c’è stato nessun vero tentativo di pacificare le due nazioni contendenti, né da parte dell’ONU, né da parte dell’Unione Europea.

Tutti, inclusi i mezzi di comunicazione, si sono scagliati contro la Russia, stato aggressore che minacciava la libertà e la democrazia dell’Ucraina e anche quella dell’intera Europa.

La ricetta di pacificazione è stata quella di inviare più armi all’Ucraina, ricetta sostenuta ipocritamente dai governi europei. Inviare più armi significa solo alzare il livello dello scontro e alimentare la guerra, che non potrà mai essere vinta da un paese piccolo come l’Ucraina.

L’Europa segue ciecamente le direttive statunitensi che, oltre all’invio di armi, hanno imposto pesantissime sanzioni alla Russia, rilanciate di anno in anno, e che, in ultima analisi, hanno principalmente danneggiato economicamente solo l’Europa e spinto la Russia nelle braccia della Cina.

C’è da chiedersi perché i leader europei seguano pedissequamente le direttive statunitensi, ignorando tutta la storia pregressa ed i legami economici e culturali consolidati con la Russia e perché stiano continuando in questa politica suicida che sta portando alla deindustrializzazione dell’Europa e ad un peggioramento delle prospettive di crescita economica futura.

Cerchiamo di analizzare i fatti e trarre delle conclusioni

Le politiche dell’Unione Europea, e a cascata dei Governi Europei, seguono le direttive che arrivano dagli Stati Uniti, che ovviamente sono alla base della strategia geopolitica USA e non certo di quella Europea e fanno sostanzialmente gli interessi degli Stati Uniti.

Strategia geopolitica USA

Già avevo affrontato questo tema in passato. In questo articolo il noto politologo americano George Friedman ci dice molto chiaramente che gli Stati Uniti non hanno mai voluto che la Russia diventasse un partner dei paesi europei perché l’unione della Russia al blocco europeo avrebbe danneggiato l’economia USA e compromesso l’influenza statunitense verso l’Europa.

Gli Stati Uniti hanno usato la NATO per provocare la Russia e farla entrare in guerra; il loto obiettivo è di fiaccare la Russia con una guerra che duri una decina di anni. Lo dice chiaramente Hillary Clinton in questo video.

Questo breve video spiega quale è stata fin dall’inizio la strategia degli USA e perché qualsiasi tentativo di pacificazione è fino ad ora fallito. La Clinton si augura che la guerra in Ucraina duri come la guerra in Afghanistan, basta sostenere l’Ucraina con invio di armi e aiuti finanziari in modo da far durare la guerra più a lungo possibile.

In concomitanza con questa dichiarazione di inizio marzo 2022, i governi dei paesi occidentali hanno iniziato ad inviare armi all’Ucraina. È come se fosse stato un ordine a cui tutti hanno dato seguito senza discutere.

Il Governo di Mario Draghi, che avrebbe dovuto essere un governo di transizione, ha preso autonomamente la decisione di inviare armi all’Ucraina, in barba alla Costituzione, che ripudia la guerra, addirittura segretando le armi che venivano inviate, nonostante ci sia una vasta fascia della popolazione contraria e nonostante gli inevitabili riflessi negativi sull’economia e sul conseguente prevedibile aumento del costo dell’energia.

Nonostante la gravità delle decisioni prese, nessuno degli organi istituzionali del paese ha sollevato dubbi od obiezioni sulla costituzionalità delle decisioni prese dal Governo Draghi.

La strategia degli USA è ben chiara ed è descritta in un documento della RAND Corporation del 2019, di cui ho parlato in questo articolo, in cui anticipava tutto quello che è poi stato messo in atto.

Non è facile risalire a quanti aiuti finanziari e armamenti ha ricevuto l’Ucraina; secondo il sito Truenumbers, a dicembre 2023, risulterebbe che l’Ucraina abbia ricevuto, per aiuti economici e militari, ben 255 miliardi di dollari, di cui 156 provenienti dai paesi Europei.

Aiuti finanziari internazionali per l’Ucraina

Secondo il Kiel Institute l’Italia avrebbe speso per questa guerra 14,6 miliardi di euro.

Spesa dell’Italia per l’Ucraina

Dopo il recente veto di Orban a fornire ulteriori 50 miliardi all’Ucraina, al recente G7 è stato deciso di sborsare questi 50 miliardi sottraendoli agli interessi maturati sui capitali congelati alla Russia in base alle sanzioni.

A conferma che gli USA vogliono far durare questa guerra molto a lungo, ad aprile del 2024 hanno stanziato un ulteriore prestito di ben 61 miliardi di dollari ed a giugno 2024 hanno firmato un accordo decennale con l’Ucraina che prevede espressamente aiuti militari per consentire all’Ucraina di sostenere una guerra a lungo termine.

C’è da dire che la maggior parte di questi finanziamenti tornano negli Stati Uniti per l’acquisto di armi.

Ingerenza USA in Ucraina

Sono più di 20 anni che gli Stati Uniti sono presenti in Ucraina nel tentativo di sottrarre il paese alla influenza russa e ci sono riusciti.

Già nel 2004 c’era stato un cambio di regime con la prima rivoluzione Ucraina finanziata da George Soros, chiamata “Rivoluzione Arancione”.

Nel 2013 Barack Obama ha nominato Victoria Nuland Assistente Segretario di Stato per gli Affari Europei ed Eurasiatici, posizione in cui la Nuland ha iniziato ad operare in Ucraina, sostenendo attivamente le proteste dei gruppi nazionalisti e neonazisti contro il governo democraticamente eletto di Viktor Yanukovych, allora presidente dell’Ucraina, contrario all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea e nella NATO.

La Nuland ha non solo sponsorizzato il “golpe morbido” (che è culminato in numerosi episodi sanguinosi) ma ha anche partecipato personalmente alle manifestazioni inscenate dall’estrema destra in piazza Maidan, a Kiev alla fine di dicembre 2013, che alla fine hanno portato alla creazione di un governo filo-occidentale.

Dal 2014 in poi l’opera della Nuland è stata incessante nel finanziare e potenziare l’esercito ucraino, che attaccava le popolazioni russofone del Donbass e che, dopo l’annessione delle Crimea alla Russia, avevano manifestato l’intenzione di rendersi indipendenti con dei referendum popolari.  Da 2014 al 2022 si stima che gli attacchi alle popolazioni del Donbass abbiano causato circa 14.000 morti.

Tutta questa storia ben documentata è stata volutamente dimenticata, taciuta, negata, travisata sia dai nostri leader politici sia dai mezzi di comunicazione, con l’obiettivo propagandistico di far passare Putin e la Russia come il cattivo aggressore e unico responsabile della guerra in Ucraina.

Mancanza di lealtà

L’occidente, e specialmente gli Stati Uniti, hanno dimostrato in varie occasioni di essere poco leali e di non rispettare la parola data.  

Quando si prospettò la riunificazione delle due Germanie fu interpellata l’Unione Sovietica e Gorbaciov acconsentì alla riunificazione, a patto che la NATO non si espandesse nella Germania Est e rimanesse confinata ai territori in cui era già presente.

Questo patto non fu messo per iscritto, rimase come accordo verbale, confermato da varie testimonianze. La NATO non ha mai rispettato il patto e, non solo si è espansa nella Germania Est, ma nel corso degli anni ha installato le sue basi militari in vari paesi ex-comunisti, sostenendo che non esisteva nessun patto, ben sapendo di mentire.

A fine 2014 furono firmati gli accordi di Minsk tra Russia e Ucraina, che avrebbero dovuto mettere fine agli attacchi alle popolazioni del Donbass, ma tali accordi non sono mai stati rispettati dall’Ucraina, con la tacita approvazione della Nuland e dei paesi europei.

D’altra parte, gli Stati Uniti ricorrono spesso a questi mezzi poco leali per giustificare le loro azioni; numerose volte sono ricorsi ad operazioni “False Flag”.

Le operazioni “False Flag” (sotto falsa bandiera) sono operazioni costruite a tavolino per farle apparire come organizzate dal nemico (sotto falsa bandiera, quella del nemico) e servono a far scattare la reazione bellica USA. Ricordiamo ad esempio la guerra in Vietnam del 1964 scoppiata per l’attacco ad una nave americana nel golfo del Tonkino, ma la notizia era falsa; o anche l’invasione della Baia dei Porci, a Cuba, organizzata dalla CIA, con l’obiettivo di rovesciare il governo di Fidel Castro, cercando di far cadere la responsabilità sugli esuli cubani.

E che dire della guerra in Iraq contro Saddam Hussein, iniziata sulla base della falsa notizia che l’Iraq possedeva armi chimiche di distruzione di massa; guerra che si stima abbia causato oltre un milione di morti.

Mentre invece gli Stati Uniti si possono permettere di sviluppare armi chimiche nei numerosi bio-laboratori sparsi nel mondo di cui una quarantina solo in Ucraina. È emerso di recente che il virus del Covid è frutto delle ricerche in questi laboratori.

Europa perdente ma consenziente

È del tutto evidente che la guerra in Ucraina vede un grande sconfitto, che è l’Unione Europea; ma i leaders europei fanno finta di non accorgersene.

Il danno era già iniziato nel 2014 con le sanzioni contro la Russia, decretate per l’annessione della Crimea, che avevano provocato la contrazione delle esportazioni verso la Russia.

Ma il danno è diventato catastrofico nel 2020 con l’inizio dell’occupazione russa in Ucraina. I paesi europei hanno deciso di rinunciare al gas e al petrolio a basso prezzo della Russia. Ciò ha provocato un aumento considerevole del costo dell’energia sia per imprese che per i cittadini.

La maggior parte delle imprese italiane hanno interrotto i rapporti commerciali con la Russia ed hanno chiuso le loro operazioni estere in Russia.

Il turismo italiano ha subito una notevole perdita per l’assenza dei turisti russi, che erano tra i più spendaccioni. Fino al 2019 la presenza dei turisti russi era stimata intorno ai 7-8 milioni l’anno.

A finire il lavoro ha contribuito il sabotaggio al gasdotto Northstream 2, minacciato dagli americani, e di cui non si è voluto trovare il colpevole, ma tutti gli indizi portano agli Stati Uniti, almeno come mandante.

La cosa sorprendente è che tra i leaders europei nessuno ha reclamato, nessuno ha chiesto una seria indagine internazionale per trovare il responsabile del sabotaggio. Anzi, si sono tutti affrettati a predisporre impianti di rigassificazione per importare gas liquido GNL dagli Stati Uniti ad un costo decisamente superiore a quello della Russia.

Oltre al maggiore costo per MWH del gas ci siamo dovuti sobbarcare anche il costo degli impianti di rigassificazione che hanno provocato il malcontento della popolazione nei punti di attracco delle navi rigassificatrici.

Il maggior costo dell’energia ha sicuramente un impatto sulla produzione industriale che è sempre meno competitiva nei confronti dei paesi asiatici il cui costo dell’energia è moto più basso e si prospetta una vera e propria deindustrializzazione dell’Europa. A marzo 2024 la produzione industriale italiana ha segnato un -3,5% rispetto a marzo del 2023.

I paesi Europei hanno dovuto poi alzare la spesa militare su richiesta della NATO, per essere pronti a difendersi da un presunto aggressore russo, e contemporaneamente abbiamo dovuto aiutare militarmente e finanziariamente l’Ucraina.

Mentre gli USA hanno raggiunto il loro obiettivo di separare la Russia dall’Europa e di venderci più gas GNL, l’Europa non ha nessun vantaggio da questa guerra.

Non parliamo poi dei tanto sbandierati ideali di democrazia e libertà che mi sembrano tanto una presa per i fondelli, tantopiù per un paese come l’Ucraina, con cui non esiste nessun legame storico di amicizia e affinità. Anzi la stessa libertà e democrazia sono sempre più compromesse in questa Europa che ci impone regole impopolari e spesso e volentieri incostituzionali.

Distruzione dell’Ucraina

Indipendentemente da come finirà questa guerra, l’Ucraina ne uscirà a pezzi, Zelensky non ha dimostrato nessun amore per la sua terra ed il suo popolo.

È difficile sapere con certezza quanti siano i morti sia da parte ucraina che russa; si stima che i morti ucraini siano vicino ai cinquecentomila. Una intera generazione di giovani ucraini è stata mandata a morire per una guerra che non ci sarebbe mai stata se gli americani non avessero interferito negli affari interni dell’Ucraina.

Il paese uscirà dalla guerra con le sue infrastrutture pesantemente danneggiate e che dovranno essere ricostruite. Il paese è anche pesantemente indebitato per i finanziamenti che ha ottenuto per sostenere le spese militari.

Indipendentemente dall’esito della guerra il paese avrà un debito estero insostenibile e l’unica possibilità che ha per ripagare il debito è quella di cedere le sue risorse naturali. Ed è esattamente quello che sta già succedendo.

Già nel 2023 il fondo Blackrock e JP Morgan avrebbero siglato dei memorandum di intesa con Zelensky; si parla di una torta da 750 miliardi di dollari per la ricostruzione e la privatizzazione del settore pubblico ucraino.

Di fatto, si è aperta la strada alla totale svendita dei principali settori delle risorse ucraine, a partire dalle preziosissime terre rare e dalla rete elettrica del paese. Con tale accordo, si potrebbero saldare gli enormi debiti contratti coi creditori occidentali, soprattutto per le forniture di armi e gli “aiuti” finanziari.

Nella recente conferenza di pace in svizzera in cui non era invitata la Russia non si è parlato di pace, ma di come spartirsi i proventi della ricostruzione del paese.

Attraverso questa guerra gli USA stanno riuscendo ad appropriarsi di tutte le enormi ricchezze naturali dell’Ucraina, l’unico ostacolo è Putin.

Conclusioni

La strategia geopolitica degli Stati Uniti è molto chiara. In primis hanno sempre operato per separare la Russia dall’Europa e ce lo confermano sia i documenti da loro stessi scritti, sia le dichiarazioni di esperti geopolitici americani come George Friedman e John Mersheimer. Gli USA stanno usando l’Ucraina per fiaccare la Russia con una guerra di lunga durata, una guerra fatta anche per procura attraverso la partecipazione degli stati europei. Altro obiettivo raggiunto dagli USA è di vendere più gas all’Europa e appropriarsi delle ricchissime risorse naturali dell’Ucraina.

A conferma che non si vuole la pace, va ricordato che già a marzo-aprile del 2022, ad Istanbul era stato raggiunto un accordo per terminare il conflitto ed era stato siglato un trattato di pace pronto per essere firmato. A quel punto il leader inglese Boris Johnson si è precipitato ad incontrare Zelensky affinché non firmasse quel trattato. Quali siano stati gli argomenti che abbiano convinto Zelensky non lo sapremo mai, sappiamo però che il trattato, all’ultimo momento non fu firmato.  

Addirittura, ad ottobre del 2022 Zelensky fece inserire nella Costituzione una norma che vietava all’Ucraina di condurre negoziati con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e sanciva la necessità di rafforzare la capacità di difesa dell’Ucraina.

L’Europa sarebbe il partner ideale per la Russia perché potrebbe avere accesso a petrolio e gas a basso prezzo. Inoltre, la capacità tecnologica ed economica dell’Europa unita alle ricche risorse naturali della Russia, formerebbe il più potente raggruppamento economico ed industriale al mondo, in grado di competere con Stati Uniti e Cina.  

Invece USA ed Europa hanno spinto la Russia nelle braccia della Cina e stanno facilitando ed accelerando il processo di agglomerazione dei Paesi BRICS. I BRICS che originariamente erano solo 4 paesi, Brasile Russia India e Cina, sono ora diventati 10 paesi con l’aggiunta del Sud Africa, Arabia Saudita, Iran, Egitto, Etiopia ed Emirati Arabi.

Ma, ancora più importante è che una trentina di altri paesi hanno manifestato l’interesse ad aderire ai Brics e recentemente anche la Turchia sembrerebbe aver dimostrato l’interesse a spostarsi verso i BRICS. Tutti i paesi africani potrebbero essere potenzialmente interessati ad aderire ai BRICS, se non altro per riscattarsi dai paesi colonizzatori e dalle multinazionali americane che per un secolo hanno depredato il continente africano delle sue ricche risorse naturali.

Il PIL dei BRICS, a parità di potere di acquisto, ha già superato il PIL dei paesi del G7 e con l’incremento dei paesi aderenti il gruppo dei BRICS supererà di gran lunga il PIL dei paesi del G7, con un bacino di popolazione (e quindi di mercato) ben più grande dei paesi G7 e loro alleati.

Il pendolo dell’economia si sta quindi spostando verso i paesi BRICS, che stanno già lavorando ad un sistema monetario autonomo e ad un sistema di scambi commerciali non più basato sul dollaro. Ci stiamo quindi avviando verso una de-dollarizzazione sia degli scambi monetari, sia delle riserve delle banche centrali.

Tutto ciò, probabilmente non a breve termine, avrà un impatto negativo sull’economia USA, ma anche su quella dei paesi Europei, che avranno sempre più difficoltà ad esportare verso i paesi BRICS.

Responsabilità Morale

C’è infine un ultimo punto che riguarda la responsabilità morale dei leaders dei paesi del G7, che appoggiano la strategia geopolitica USA nel condurre una guerra senza fine contro la Russia.

Quante persone sono mote e continuano a morire in questa guerra? Possibile che i leaders europei non si sentano responsabili di queste morti?

Che senso ha dire che inviano armi per salvare i principi di libertà e democrazia dell’Ucraina, quando queste armi continuano a fare centinaia di migliaia di morti, fino alla distruzione di una intera generazione di Ucraini?

C’è molta ipocrisia ed egoismo puramente politico in tutto ciò, soprattutto nei leaders europei, dato che gli americani sono da sempre abituati a guerreggiare in tutto il mondo per un loro tornaconto economico.

Ma i leaders europei non solo non hanno un tornaconto economico, dato che l’economia dei loro paesi ne risulta danneggiata, ma prendono queste decisioni contro la maggioranza del volere popolare e spesso e volentieri in contrasto con i principi costituzionali.

Ne sono una dimostrazione anche le recenti elezioni europee dove la maggioranza della popolazione non va a votare e dove il voto è stato contro i governi in Francia, Germania e Belgio.

Ma allora perché lo fanno?
Non lo so, per me rimane un mistero!

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