Google sembra aver tradito la sua funzione di migliore motore di ricerca, alterando i propri algoritmi di ricerca, non per fornire i risultati “migliori”, ma per fornire i risultati voluti da Google. Detto in parole più severe, Google fornisce una informazione “condizionata” per non dire “disinformazione”.
Intorno agli anni 2000, Google è emerso come motore di ricerca proprio perché forniva all’utente i risultati migliori ed è riuscito a surclassare altri motori di ricerca già affermati, come ad esempio Yahoo. Grazie al fatto che gli utenti lo preferivano è riuscito ad imporre anche un suo browser (programma di navigazione) che è Google Chrome.
Vani sono stati i tentativi di Microsoft di contrastare la posizione dominante di Google. Pur avendo il suo browser Internet Explorer – oggi diventato Microsoft Edge – incorporato nel sistema operativo Windows ed un suo programma di ricerca Bing, Microsoft non è mai riuscita a scalzare Google.
La figura sotto mostra graficamente la presenza di mercato di Google a gennaio 2023.
Esperienza Personale – Censura di Google
Chi creai i siti internet cerca di costruire il sito sulla base dei criteri con cui Google effettua le sue ricerche, che, pur essendo segreti, sono in parte noti agli sviluppatori, che adottano le cosiddette regole SEO (Search Engine Optimization).
Uno dei primi suggerimenti SEO è di scegliere il nome del sito usando parole che meglio contraddistinguono il sito stesso. Così, quando ho creato questo sito ho scelto il nome trappola-monetaria.it perché il sito intende proprio parlare della trappola che sta alla base della emissione monetaria.
Per il primo mese ho tentato di verificare se Google indicizzasse il mio sito digitando ripetutamente le parole : trappola monetaria. Non mi aspettavo di comparire in prima pagina, ma almeno nelle pagine successive.
Poiché questi tentativi erano tutti negativi ho cominciato a pensare che, visti gli argomenti trattati, fosse applicata qualche tipo di censura nascosta, considerando quanto stava accadendo sulla disinformazione esercitata dalla politica, dai mezzi di comunicazione e dai social media riguardo a vaccini, pandemia, crisi climatica e guerra in Ucraina.
Ho cominciato ad investigare non usando Google, ma altri motori di ricerca ed ecco cosa ho scoperto usando varie chiavi di ricerca.
Mentre tutti gli altri motori di ricerca trovano sempre il mio sito e lo posizionano nella prima pagina, Google non lo trovava quasi mai. Sorprendentemente il motore di ricerca russo Yandex posiziona la ricerca di Trappola Monetaria alla prima riga della prima pagina.
Ne deduco che Google non vuole che il mio sito appaia tra i risultati di ricerca. Ne deduco anche che è molto probabile che Google abbia usato l’intelligenza artificiale per classificare se un sito sia di suo gradimento o no e quindi di farlo comparire nelle ultimissime pagine della ricerca dove nessun utente arriverà mai o addirittura di farlo scomparire.
Sul tema dell’Intelligenza Artificiale dovrò sviluppare un apposito articolo, perché il suo utilizzo inappropriato è molto più pericoloso e dannoso di una guerra.
Disinformazione Programmata
Quando è iniziata la pandemia da Covid sono subito apparsi in internet articoli che mettevano in dubbio la validità dei vaccini, i protocolli di cura suggeriti, la validità dei test dei tamponi, l’origine del virus, ecc. e addirittura qualcuno parlava di modificazioni genetiche provocate dai vaccini Covid. Tutti argomenti considerati complottisti che andavano ostacolati.
Invece di indagare se effettivamente i vaccini fossero pericolosi e mettessero a rischio la vita di milioni di persone è iniziata una gigantesca operazione di occultamento della verità, attuata con il coinvolgimento della politica, dei Governi, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di tutte le Istituzioni Sanitarie ed anche dei principali mezzi di comunicazione.
Questo articolo di Google dichiara che Google ha finanziato per 13,2 milioni di dollari la IFCN – International Fact-Checking Network – per supportare una rete di 135 organizzazioni operative in 65 paesi.
È stata messa in atto una gigantesca operazione per nascondere la verità, sostenendo che in Internet c’erano troppe notizie false e così hanno stanziato cifre enormi per mettere in piedi attività di Fact Checkers, di Debunkers – si inventano sempre nuovi termini per rendere la cosa più credibile – assoldando eserciti di persone per controllare gli articoli pubblicati in internet.
La “disinformazione” avviene in tre modi:
- Fanno in modo che le notizie di alcuni siti non vengano proprio trovate o che vengano mostrate nelle ultime pagine dei risultati di ricerca. È noto che chi cerca in internet difficilmente va oltre la terza pagina di risultati, la maggior parte si ferma sulla prima pagina.
- Vengono messi in prima pagina articoli favorevoli alla narrazione che vuole promuovere Google, o chi per lei.
- Vengono attivati i Fact Checkers per cercare di smontare articoli che danno troppo fastidio, spesso con argomentazioni false, o pretestuose. Così, troviamo che un giovane laureato contesta quanto dice il premio Nobel Luc Montagnier e buona parte della gente abbocca.
Un ex dipendente di Google, tale Zach Vorhies, ha rivelato che Google usa l’Intelligenza Artificiale per classificare in automatico i siti e le persone in modo da gestire in automatico il controllo dell’informazione.
Vi ricordo che in un altro articolo in cui parlavo dell’ONU, un ex alto funzionario dell’ONU rivela che gli obiettivi veri, nascosti, dell’ONU sono il contrario di quanto vuol fare apparire. Parlano di pace, ma promuovono la guerra. Viene messo in atto un ribaltamento della realtà, così come si sta verificando con le Fake News. Hanno creato un esercito di persone per combattere le Fake News e il loro vero compito è invece di creare Fake News distorcendo e offuscando la realtà.
Ed è proprio l’ONU che ha chiesto a Google di modificare i risultati delle ricerche fatte dagli utenti, in modo da far comparire le notizie che vuole l’ONU. Guardate questo video, dove un dirigente dell’ONU afferma candidamente che in internet c’erano troppe notizie false e andavano corrette, perché la scienza la possiede solo l’ONU.
Questa strategia viene usata da tutte le organizzazioni controllate dalla leadership mondiale, che fa capo ad una élite di pochi e potenti personaggi. Dicono di agire nel nostro interesse e invece agiscono contro il nostro interesse.
Google non è il solo ad aver attuato una politica di “informazione controllata”, che si può definire come “disinformazione”. Tutti i Social Media hanno adottato questa politica, inclusi Youtube (di proprietà di Google), Facebook, Instagram, Twitter.
Sicuramente conoscete qualcuno che è stato bannato per aver detto qualcosa che non piaceva ai social media. A molti utenti, anche autorevoli, hanno addirittura chiuso il loro account, per evitare che pubblicassero notizie non gradite. Tale sorte è toccata perfino al profilo Twitter di Donald Trump.
Anche Wikepedia ha partecipato alla disinformazione, modificando vecchi articoli che raccontavano una realtà non allineata alla “disinformazione”; hanno cioè modificato articoli pregressi per aggiustarli alla “nuova verità” che vogliono far emergere.
È evidente che c’è qualcuno che tira le fila e impone una strategia comune a tutte queste società, che, guarda caso, sono partners del World Economic Forum.
Privacy e Dati Personali
Probabilmente vi sarete accorti che se fate una ricerca su Google per avere informazioni, ad esempio, su un ”notebook”, vi comincerà a comparire per diverso tempo pubblicità sui notebook.
Questo avviene perché Google memorizza tutti i vostri dati di navigazione e non lo fa solo Google, lo fanno anche gli altri.
Google in particolare memorizza una marea di dati e sa tutto di voi e, soprattutto, non dimentica niente. Google ha circa 50 applicazioni diverse; oltre al motore di ricerca ha la posta, le mappe, i libri, i blog, il calendario, le foto, i film, le APP, l’archivio, ecc. tanto per citarne alcune, ed ognuna di queste applicazioni memorizza i dati degli utenti.
Usando il vostro account Google, Qui vedrete ciascuna delle vostre attività che Google memorizza e Qui vedrete quali sono le applicazioni che memorizzano i vostri dati e potrete scaricare sul vostro computer tutti i dati che sono memorizzati. Nel mio caso sono memorizzati ben 2 Gigabytes di dati, che è un volume incredibilmente enorme di dati.
Loro non dimenticano – esperienza personale
Mentre navigavo in internet mi sono imbattuto nella recensione di un libro che mi interessava. Sono allora andato su Amazon con l’intenzione di acquistarlo e con mia sorpresa Amazon mi ha detto “guarda che questo libro lo hai già comprato”. Infatti lo avevo comprato circa un anno prima in formato elettronico e non lo avevo ancora letto, io non me lo ricordavo, ma Amazon si.
Finché Google utilizza i dati di navigazione per proporre pubblicità mirata può andare anche bene. Ma Google può usare questi dati anche per altri scopi. Google sa tutto di noi, sa cosa cerchiamo, sa cosa acquistiamo, sa quale notizie leggiamo, sa dove andiamo, sa in quali negozi andiamo, sa quali sono i nostri amici, e potrebbe usare questi dati per altri scopi.
Come dice Harari (vedi articolo precedente), teorico del World Economic Forum, in un prossimo futuro il potere sarà esercitato da chi possiede i dati e sarà in grado di utilizzarli attraverso l’Intelligenza Artificiale.
Ciò è abbastanza allarmante, in quanto esistono segnali molto preoccupanti che ci dicono che vogliono creare una Dittatura Monetaria (vedi articolo precedente) in mano alle banche centrali ed istituire un sistema non democratico basato sui Crediti Sociali, come in Cina.
A questo punto capite che i dati memorizzati sono estremamente importanti, perché possono contribuire a determinare il punteggio del Credito Sociale e quindi a stabilire se si è un buon cittadino oppure no, secondo i parametri da loro stabiliti.
Per questi motivi suggerisco di utilizzare motori di ricerca alternativi a Google. DuckDuckGo, Bing e Yahoo danno risultati di ricerca senza applicare una censura preventiva.
DuckDuckGo in particolare garantisce una maggior tutela della privacy, in quanto non memorizza nessun dato degli utenti e delle ricerche fatte.
Aggiornamento – Una conferma
Per tentare di recuperare parte dei costi che sostengo per la pubblicazione di questo sito web e per la preparazione degli articoli, ho inserito la pubblicità, aderendo al programma Google Adsense.
Ho ricevuto una comunicazione da Google in cui dice che in un articolo in cui parlo del ho violato le regole Adsense, inserendo contenuti dispregiativi e pericolosi.
Questa è una conferma che Google va a verificare i contentuti di ogni singola pagina, e in quell’articolo non mi sembra di aver messo contenuti nè dispregiativi nè pericolosi, lascio a voi decidere. Certo, c’è una decisa critica del Governo, della Classe Politica e delle Istituzioni Internazionali, ma questa critica è presente in molte altre pagine.
Ne deduco che Google mi punisce in due modi: 1 – ufficilamente mi impedisce di mettere pubblicità nella pagina incriminata; 2 – di fatto, fa in modo che il sito non compaia nelle ricerche fatte dagli utenti o sia penalizzato, facendolo comparire nelle ultime pagine. Nel secondo caso è evidente che viene dato un giudizio globale sul contenuto del sito, non gradito da Google.