Tutti vogliono Draghi !

Tutti elogiano Mario Draghi, tutti lo vogliono. È considerato l’uomo che in questo momento può salvare le sorti dell’Italia, specialmente per i suoi rapporti con l’Europa e la credibilità di cui gode all’estero.

Ma è veramente così? Cosa ha fatto Draghi per ottenere tutto questo consenso? In questo documento cerchiamo di ricordare i suoi precedenti incarichi e scoprire quali meriti possa vantare.

Mario Draghi

Da quando Draghi ha aperto la crisi governativa con le sue dimissioni, c’è stato un coro unanime di richieste perché tornasse sui suoi passi e continuasse a governare fino alla fine della legislatura.

Tutti i partiti volevano la sua riconferma ed infatti il suo Governo non è stato sfiduciato. Si è aperta addirittura una sorta di petizione nazionale, a mio parere ben concertata: quasi 2000 sindaci hanno sottoscritto un appello invitandolo a rimanere, la CGIL ha detto che non era il momento di indebolire il paese con una crisi di Governo, anche la Confindustria lo incitava a rimanere. Tutti si sono prodigati ad elogiare il suo operato, specialmente i nostri politici e i nostri mezzi di comunicazione.

La notizia delle dimissioni di Draghi ha occupato le prime pagine di tutta la stampa estera e sono arrivati appelli che lo invitavano a rimanere al suo posto da parte di:
  • del Presidente americano Biden;
  • della banca d’affari Goldman Sachs, preoccupata della possibile ascesa delle destre al governo del paese;
  • perfino del vicepremier dell’Ucraina Iryna Vereshchuk che dice: “Con leader come Mario Draghi al Governo, noi vinceremo questa terribile guerra.“;
  • di giornali come il Financial Times e il Guardian che si auguravano che Draghi rimanesse al suo posto per evitare la destabilizzazione del paese (e dell’Europa);
  • e anche delle Agenzie di Rating Fitch e Moody’s avvertono che senza Draghi il risanamento del bilancio italiano sarebbe più difficile.

Perché tutti vogliono la sua riconferma, specialmente all’estero? Credo si possano ipotizzare due tipi di motivazioni, una nazionale e l’altra internazionale.

❶ – In Italia

In Italia tutti chiedono la sua riconferma con argomentazioni diverse. La principale è che Draghi gode della fiducia della leadership internazionale, specialmente dell’Unione Europea e si pensa che in assenza di Draghi potremmo avere maggiori difficoltà a finanziarci e di conseguenza ad avere una bassa valutazione dalle Agenzie di Rating, che peserebbe ancora di più sul nostro debito pubblico.

Questa è la realtà, come si suol dire siamo “sotto botta”. Avendo rinunciato alla nostra sovranità monetaria siamo condizionati dalle imposizioni dell’Europa, che senza Draghi potrebbero essere più rigide. Draghi è in pratica un garante della realizzazione delle politiche decise in Europa.

❷ – All’Estero

Le motivazioni estere sono invece di diversa natura. La classe dirigente estera ha una paura folle che con le nuove elezioni vi possa essere un Governo di destra orientato a ripristinare le sovranità nazionali, allontanandosi dall’Europa. Una uscita dell’Italia dall’Europa farebbe crollare l’Unione Europea e tutto il castello che i poteri forti hanno costruito negli anni a sostegno del Sistema Monetario in mano al potere finanziario. L’eventuale uscita dell’Italia potrebbe comportare il ripristino di una valuta nazionale e altri stati potrebbero seguire l’Italia; potrebbe verificarsi un riavvicinamento alla Russia, mandando all’aria la strategia geopolitica americana che tende a separare la Russia dall’Europa.

I meriti di Draghi

I mezzi di comunicazione, sia nazionali che internazionali, hanno sempre elogiato le qualità eccezionali di Draghi, che con la famosa frase “whatever it takes” e l’emissione illimitata di moneta (Quantitative Easing) ha salvato l’Euro immettendo nel sistema bancario enormi quantità di denaro. Solo che questo denaro invece di riversarsi sull’economia reale è stato utilizzato dalle banche per speculare in borsa e ora sta provocando un effetto boomerang sull’inflazione.

Draghi ha conquistato mediaticamente la fiducia di tutti, tutti lo reputano un ottimo leader. Quando però chiedo ai miei amici, che lo elogiano, quali meriti abbia, l’unica cosa che mi sanno dire è che ha mantenuto una bassa inflazione ed è stimato all’estero e che è una persona brava e credibile.

Analizzando il passato di Draghi esistono invece una serie di punti scuri che non giocano a suo favore e che non sono noti o vengono dimenticati. Non parliamo poi delle sue frequentazioni del Gruppo Bilderberg e dell’appartenenza alla Massoneria come dichiarato dal capo massone Gioele Magaldi. Ricordiamo alcuni capitoli del suo passato.

Capitolo Britannia – Nel lontano 1992, quando era Direttore Generale al Ministero del Tesoro ha organizzato il famoso incontro sul panfilo Britannia tra i capi delle imprese e banche italiane e la finanza internazionale, per discutere della privatizzazione delle aziende e delle banche italiane partecipate dallo Stato. Qualcuno aveva deciso che l’Italia dovesse essere deindustrializzata e tale decisione era stata presa con molta probabilità all’estero, forse nelle riunioni segrete del Bilderberg, ed era fortemente voluta da Germania e Francia che si lamentavano della forte competitività del paese Italia, che metteva in difficoltà le loro economie.

Capitolo Privatizzazioni – Le aziende di Stato vennero trasformate in Società per Azioni, aprendole al capitale straniero. Dopo la riunione sul panfilo Britannia, Mario Draghi, nel 1993, venne messo a capo del Comitato per le Privatizzazioni e fu coinvolto in tutte le privatizzazioni delle aziende di Stato. Mentre passavano i Governi Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema e ancora Amato e Berlusconi, Draghi restava al centro dell’economia e della finanza pubblica, finché il capitolo delle privatizzazioni non fu concluso.

La privatizzazione delle aziende di Stato ha comportato la perdita di molti posti di lavoro, la distruzione del patrimonio industriale e la perdita del sostegno delle banche di Stato all’economia nazionale.

Capitolo dei Derivati. Questo è un capitolo di cui si parla poco ed è abbastanza misterioso. Nel ventennio 1990-2010 la finanza pubblica ha fatto molto ricorso a contratti Derivati per risolvere problemi di liquidità e debiti. In questi anni banche d’affari come Morgan Stanley, Deutsche Bank, JP Morgan, Merryll Linch e altre avevano finanziato il debito di comuni, regioni e provincie, attraverso contratti Derivati. Il valore di tali contratti ammontava a varie decine di miliardi di euro, ma non si è mai riusciti ad avere una cifra esatta, nonostante varie interrogazioni parlamentari del senatore Elio Lannutti.

I Derivati sono contratti molto difficili da capire anche per gli esperti e sono contratti capestro, basati sul valore futuro di un sottostante che potrebbe essere una valuta, un metallo, un indice azionario. Sono in pratica delle scommesse sul futuro che le banche d’affari riescono a gestire e condizionare molto bene.

Proprio per la difficoltà a capire tali tipi di contratti ed i rischi legati alla aleatorietà del valore futuro del sottostante, tali contratti sono stati dichiarati nulli da vari tribunali, dopo che nel 2011 Morgan Stanley decise unilateralmente di chiudere in maniera anticipata un contratto (scadenza 2058), costringendo il premier Mario Monti a versare la cifra di 3,1 miliardi di euro.

Non voglio entrare nei dettagli e trarre conclusioni, dirò solo che esistono alcune circostanze sospette che vale la pena di ricordare. 1 – Nel 1994 il dipartimento del Tesoro (al tempo guidato da Mario Draghi in veste di direttore generale) aveva sottoscritto con la banca d’investimenti Morgan Stanley un contratto per i Derivati, si trattava dell’Isda Master Agreement (pubblicato dalla rivista l’Espresso) e conteneva un codicillo molto favorevole alla banca, che permise a questa di incassare oltre 3,1 miliardi di euro durante il Governo Monti. Nonostante un processo avviato dalla Corte dei Conti non si è giunti a nessuna condanna, né dei politici e amministratori, né delle banche. 2 – tra il 2003 e il 2017 Giacomo Draghi, figlio di Mario Draghi, ha lavorato come trader finanziario per Morgan Stanley, occupandosi di strumenti Derivati. Il collegamento tra i due dati non è mai stato dimostrato e Mario Draghi ha sempre negato ogni possibile conflitto d’interesse. 3 – Per inciso, Gaetano Bassolino, figlio dell’ex presidente della Campania, è finito nel registro degli indagati per una indagine su Derivati condotta dalla Guardia di Finanza per truffa aggravata su operazioni finanziarie.

Capitolo Goldman Sachs – Dopo il “successo” delle privatizzazioni, nel 2002 Draghi diventò Direttore Europeo della banca d’affari Goldman Sachs, che i maligni videro come un premio per il lavoro fatto in dieci anni di attività, dedicati a liquidare il patrimonio delle aziende di Stato italiane.

Capitolo della crisi Greca – La crisi della Grecia inizia proprio con la Goldman Sachs, che aveva falsificato i bilanci della Grecia per farla entrare in Europa, prima che Draghi ne divenisse Direttore Europeo. Quando Draghi diventò presidente della BCE partecipò attivamente all’azione repressiva della Troika nei confronti della Grecia, con l’obiettivo di far di far rientrare i prestiti erogati dalle banche tedesche e francesi. Tutta l’operazione, a mio parere “criminale” nei confronti della Grecia, ebbe il solo obiettivo di far rientrare centinaia di miliardi di euro nelle casse delle banche europee e fu in un certo senso un vero e proprio colpo di stato.

Capitolo Monte dei Paschi – Nel 2005 la più grande banca olandese, la Abn Amro, aveva acquisito la fallimentare banca italiana Antonveneta, e la stessa Abn Amro rischiava di fallire. Per salvare la Abn Amro, nel 2007, fu formato un consorzio di tre banche e ad una di queste banche (la spagnola Santander) venne in mente di vendere la Banca Antonveneta al Monte dei Paschi. L’operazione fu conclusa molto velocemente senza effettuare i dovuti accertamenti sui bilanci della banca. Il Monte dei Paschi pagò 9 miliardi di euro, a cui si sommarono 7,5 miliardi di euro di perdite della Banca Antonveneta. Questo fu l’inizio dei problemi del Monte dei Paschi.

In quel periodo Mario Draghi era a conoscenza dei problemi della Banca Antonveneta perché era Governatore della Banca d’Italia e contemporaneamente era anche a capo del FSF – Financial Stability Forum -, potente organismo internazionale che aveva potere decisionale in acquisizioni, fusioni e fallimenti di banche. Nonostante i problemi della Banca Antonveneta, Draghi non ebbe nulla da eccepire sull’incauto acquisto che stava effettuando il Monte dei Paschi, favorendo indirettamente la Banca Santander e la Abn Amro.

Capitolo Pandemia e Guerra in Ucraina – Durante la Pandemia il Presidente del Consiglio Draghi ha attuato le politiche più restrittive di tutti gli altri Stati. Ha imposto il Green Pass andando contro la Costituzione, imponendo l’obbligo vaccinale ai lavoratori, pena il licenziamento ed ha inoltre represso con la forza regolari dimostrazioni di protesta di inermi cittadini. Questo comportamento un po’ dittatoriale, imposto a forza di DPCM, ha addirittura suscitato l’interesse della stampa internazionale. L’autorevole giornale Washington Post, in un articolo del 16 ottobre 2021, dice chiaramente che l’Italia sta attraversando una nuova fase, letteralmente l’articolo dice: “L’Italia si è spinta in un nuovo territorio inesplorato per una democrazia occidentale”.    

Stesso comportamento impositivo è stato adottato per la guerra in Ucraina, dove molti dei provvedimenti presi sono stati imposti con l’utilizzo dei DPCM ed il ricatto di far cadere il Governo. Anche in questo caso, con l’invio delle armi è stato infranto uno degli articoli della Costituzione, che ripudia il ricorso alla guerra. C’è poi molto da dire sulle sanzioni contro la Russia che stanno fortemente danneggiando l’economia italiana, per una guerra voluta dagli USA a tutela dei propri interessi geopolitici. Nonostante le difficoltà economiche dell’Italia, Draghi ha seguito senza esitazione le direttive chieste dalla NATO portando la spesa militare al 2% del PIL.

  • Esaminando i fatti sopra esposti, mi chiedo cosa abbia fatto Draghi di buono per l’Italia?
  • Quali meriti ha avuto Draghi, dato che viene dipinto come l’unico che può salvare l’Italia?
  • “Casualmente”, a partire dagli anni ’90, l’ascesa al potere di Draghi ha coinciso con il declino economico dell’Italia, declino che rischia di trasformarsi in una catastrofe.

In conclusione non mi sembra che Draghi abbia grossi meriti, anzi, i fatti sembrerebbero dimostrare il contrario. Nonostante ciò ha acquisito una grande credibilità, specialmente a livello internazionale.

Dati i suoi orientamenti Atlantisti ed Europeisti, come da lui stesso dichiarato, sorge il sospetto che la sua azione politica sia sempre stata orientata a tutelare maggiormente quel tipo di interessi piuttosto che gli interessi nazionali.

La cosa preoccupante è che tutte le forze parlamentari, sia al Governo che all’opposizione sono tutte appiattite sulla fedeltà cieca all’Europa e al patto Atlantico.

Vedere anche articolo “I meriti di Draghi“.

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